San Marino. “Ecco come e? cambiato oggi il concetto di sicurezza”. L’intervista di David Oddone a Felice Romano Segretario Generale Nazionale Sindacato Italiano Unitario dei Lavoratori della Polizia (Siulp),

Romano con OddoneVisita graditissima ieri alla redazione di Tribuna da parte di Felice Romano, segretario generale nazionale del piu? grande sindacato italiano dei corpi di polizia, il Siulp. Un pezzo da novanta, come si dice in questi casi: senza dubbio una delle piu? importanti personalita? che negli ultimi tempi abbiano varcato i confini della Repubblica. Sorriso sempre sulle labbra, modi di fare che trasmettono un forte carisma. Allo stesso tempo un personaggio alla mano, che sta
a suo agio fra la gente, capace si sfoggiare una cultura non comune: diversi durante l’amichevole e informale chiacchierata i riferimenti a Napoleone e alla storia d’Italia. Il dottor Felice Romano si trovava in Repubblica per partecipare ad una serata sulla sicurezza a fianco delle piu? importanti autorita? del Monte .

Segretario, lei in Italia e? stato il piu? grande sponsor del riordino dei corpi di polizia. Puo? dare qual-che consiglio anche ai suoi colleghi sammarinesi?

“Per avere un sistema di sicurezza efficiente non basta e non serve solo la rigidita? militare, ma il poliziotto deve avere un ruolo chiave e partecipare attivamente ai processi che riguardano la strategia di sicurezza del Paese. Da noi come a San Marino dobbiamo fare i conti con leggi anacronistiche. In Italia nonostante vi siano svariati corpi vi e? stata una grossa riforma che ci ha portato ad affrontare e vincere le sfide della criminalita? e soprattutto del terrorismo. C’e? infatti una figura apicale ben definita, ovvero l’autorita? nazionale di pubblica sicurezza, le cui attribuzioni sono esercitate dal ministro dell’interno il quale attraverso la legge 121 ha la responsabilita? della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Le attribuzioni dell’autorita? provinciale di pubblica sicurezza sono esercitate dal prefetto e dal questore. Le attribuzioni dell’au- torita? locale di pubblica sicurezza sono esercitate dal capo dell’ufficio di pubblica sicurezza del luogo: il questore nel capoluogo di provincia e i funzionari preposti ai Commis- sariati di Pubblica Sicurezza negli altri comuni. Esiste, insomma, una attivita? puntuale di coordinamento che ci permette di fronteggiare minacce che non hanno eguali al mondo: mi riferisco a mafia, camorra e ‘ndrangheta”.

Qual e? oggi la sfida che devono affrontare le forze di polizia?

“Rispetto al passato il concetto semantico di sicurezza e? completamente cambiato. Passiamo dal contrasto alla lotta armata del terrorismo degli anni ’70, ad una rappresentazione piu? democratica ed avanzata di sicurezza che fa rima e rientra nel concetto piu? ampio di legalita?. Oggi la vera sfida e? conci- liare il binomio ‘sicurezza-liberta?’. Le faccio un esempio: se io mettessi il coprifuoco e non facessi uscire nessuno la sera, sarebbe tutto piu? semplice e avremmo meno proble- mi e reati. Mentre pero? la liberta? e? un valore assoluto, la sicurezza non lo e? ma rappresenta uno strumento con il quale garantire la sicurezza stessa. E’ inoltre importante dire che per garantire la sicurezza vi sono altri due ‘vagoni’ che devono procedere alla stessa velocita?, altrimenti il rischio e? quello di deragliare: giustizia e carceri. A proposito della giustizia e? inutile avere un sistema efficiente di polizia se poi sulla testa del malfattore non grava una pena certa e immediata. Altrimenti quello che ne ricava la gente e? una percezione di totale incapacita? dello Stato di garantire la sicurezza. Stesso discorso vale per un carcere efficiente: il sovraffollamento fa si? che criminali che creano allarme sociale quali ladri e spacciatori, finiscano a piede libero. A livello psicologico e? devastante perche? il cittadino magari non percepisce il pericolo ben maggiore della mafia, ma e? allarmato dal fatto che un ladro possa rubargli in casa o possa subire un furto quando preleva al bancomat. In questo mare magnum bisogna necessariamente fare i conti con i costi della macchina della sicurezza. Per questo in Italia ci si appresta a varare la sesta riforma in 35 anni. Cinque forze di polizia hanno costi esorbitanti e spesso vi sono delle sovrapposizioni. Abbiamo Comuni in cui vi sono polizia stradale e polfer, mentre a pochi chilometri magari non esistono presidi. Siamo figli di un modello napoleonico che ha inven- tato la gendarmeria in periferia e la polizia civile in citta?, nell’ottica di un concetto ‘presidiario’ ma non di reale controllo del territorio. Oggi questo sistema non funziona piu? e attraverso l’ultima riforma stiamo riorganizzando la struttura. Meglio avere meno presidi, leggi caserme o commissariati, ma piu? gente e volanti sul territorio che effettuano controlli. Con gli accorpamenti vi saranno minori costi e maggiore sicurezza. Anche sul Titano vi e? un pluralismo di forze, ma senza un coordinamento e banche dati comuni”.

A proposito di questo, a livello tecnico, di strumenti a disposizione delle forze di polizia, a che punto siamo sul Titano?

“A San Marino si e? ancora agli albori, ma la globalizzazione, la libera circolazione delle persone fa si? che ci si debba confrontare con culture molto diverse. Qui i ladri trovano il paradiso perche? dopo aver messo a segno un colpo, trovano a pochi metri un altro Stato dove scappare. In Italia le volanti della Polizia di Stato sono dotate del sistema ‘Mercurio’, costituito da un tablet e da una telecamera esterna, utilizzata per la video sorveglianza in mobilita? ed il servizio di lettura automatica delle targhe. Si riesce anche a sapere se un veicolo e? assicurato e se ha fatto la revisione in tempo reale. Presto verranno implementate con la lettura facciale in ottica di prevenzione al terrorismo. Siamo al cosiddetto ‘Key crime’. Una volta individuato un rapinatore, anche senza conoscerne i dati anagrafici, il Key crime studia i suoi comportamenti e prevede le sue azioni. Ad esempio in alcune questure hanno da tempo messo a punto un esclusivo protocollo dove, per ogni rapina, vengono inseriti anche 20 mila dati. Questa nuova tecnologia permette di raccogliere i dati degli episodi criminosi, di confrontarli tra loro per ricercare analogie e individuare il colpevole. Ricorda il film ‘Minority report’? Ecco, si cerca di colpire un criminale prima an- cora che possa delinquere. Il Titano deve poter accedere in tempo reale ai database delle polizia italiane, questo sarebbe gia? un ottimo inizio”.

Quanto e? importante la formazione degli agenti?

“Come le ho appena dimostrato, la tecnologia nella guerra al crimine e? importante. Ma da sola non basta. Non ci puo? essere un processo riformatore, se questo processo non mette al centro l’elemento umano. Formazione fa rima con riordino della carriere, un concetto che penso possa calzare anche per San Marino. E’ impossibile disegnare l’architettura ordinamentale se non si vanno a stabilire i profili di base. Come puo? un autista fare il maresciallo o l’ispettore? Diventa mortificante per se stessi ma anche per chi si trova a doversi interfacciare con le forze di polizia di altri Stati. Devono essere ben definite le fasce operative, quelle di concetto, quelle direttive e quelle dirigenziali. Il sistema deve essere piramidale e a chiudere il vertice deve essere solamente una persona. E il settore va qualificato attraverso concorsi e titoli. Cito a questo proposito la convenzione tra il Siulp con la Link Campus University di Roma. Vi sono collaborazioni con nomi illustri: il direttore scientifico di un master, lo cito perche? lo conoscete qui a San Marino, sara? l’avvocato Massimiliano Annetta”.

La crisi economica che impatto ha sulla sicurezza?

“Senza parlare di massimi sistemi, le rispondo banalmente in modo da poter essere compreso da tutti. La delinquenza porta maggiore insicurezza. E la sicurezza e? un volano per la stessa economia. L’impennata di reati va di pari passo con la crisi. Nell’ultimo periodo, dove si e? registrato un lieve miglioramento, si sono registrati anche meno reati. A dimostrazione, ancora una volta, di quanto sia cambiata a livello semantico la percezione di sicurezza, le dico che oggi fra i bisogni ipotetici, la sicurezza e? al nono posto, preceduta fra gli altri da lavoro, scuola e sanita?. Appare allora chiaro che se c’e? benessere, calano anche le attivita? illecite”.

David Oddone, La Tribuna

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