Screening del tumore al colon-retto: San Marino è meglio dell’italia

colorectalPrevenire è meglio che curare, recita il detto, ma in questo caso sul Titano se ne applica anche un altro, quello di intervenire bene e subito piuttosto che arrivare tardi o troppo tardi.

È questo il caso dello screening per il tumore del colon-retto, il secondo per incidenza e causa di morte nelle donne tra i tumori e il quarto per incidenza e terzo per causa di morte negli uomini (dove al primo posto c’è quello alla prostata e poi ai polmoni). Un tumore il cui tasso di sopravvi- venza si attesta intorno al 60-70% dei casi.

E se San Marino è arrivata un po’ dopo l’italia ad attivare la campagna di screening su tutta la popolazione (primi anni Duemila nel Bel Paese, dal febbraio 2009 sul Titano) i risultati poi vedono la Repubblica posizionarsi ben al di sopra della media italiana per adesione e partecipazione allo screening, e anche per i tempi di attesa nell’eseguire le colonscopie ben più rapidi di quelli del resto della Penisola.

Sul Titano infatti l’adesione al primo passaggio, cioè la ricerca di sangue occulto nelle feci nella popolazione tra i 50 e i 75 anni, sia maschi che femmine, vede un’adesione che supera il 65% (con una netta prevalenza da parte delle donne).

Lo screening comporta la ricerca di sangue occulto ogni due anni. E poi in caso di esito positivo si passa al secondo livello, cioè l’endoscopia.

La procedura, attivata nel 2009, vedrà quest’anno concludere il terzo ciclo. Al primo step, quello della ricerca di sangue occulto nelle feci, sono in media ogni anno oltre 7mila le persone coinvolte a cui viene inviato a casa anche il kit da portare . Di queste appunto più del 65% partecipa portando il campione da analizzare.

E di quel 65% di adesioni, il 6% è risultato poi positivo alla presenza di

sangue occulto, e quindi invitato al passaggio successivo, quello della colonscopia. in questo caso l’ade- sione dei sammarinesi ha sfiorato il 90% con punte, in base alle fasce d’età e al sesso anche superiori.

Già dopo i primi due cicli di screening è emerso che la popolazione sammarinese che si è sottoposta a questo tipo di esame è aumentata, riducendosi di numero quella invitata dal medico di base a fare l’esame per la ricerca di sangue occulto nelle feci, in favore di quella che partecipa allo screening generale.

Ma il dato più importante è che con il progredire dei controlli alla popolazione attraverso lo screening, già dai dati del terzo round si vede come sia rimasta sostanzialmente stabile l’incidenza totale di persone risultate positive, ma come al tempo stesso si sia ridotta la presenza di forme più avanzate e pericolose, quali il cancro (passato da un’incidenza del 6,7% al 4,9% dei casi) ad un aumento delle forme precoci e meno problematiche risolte già durante la colonscopia con l’asportazione del polipo.

infatti dai dati presentati nel convegno di ieri pomeriggio all’iss alla presenza anche di numerosi professori e medici italiani, la scoperta di adenomi in fase iniziale è passata dal 44% dei casi nel primo round al 55.9% nel terzo round, mentre la presenza di adenomi avanzati o di cancro sia scesa passando rispettivamente dal 31,2% e 6.7% del primo round al 24.5% e 4.9% del terzo round, che essendo ancora in corso, potrebbe anche concludersi con indici statistici anche migliori.

In valori assoluti, dal 2009 ad oggi sono stati 208 gli adenomi avanzati individuati grazie allo screening di cui ben 204 si sono risolti con il trattamento endoscopico senza dover quindi proseguire con successivi interventi chirurgici o anche chemioterapici, mentre sono stati 34 i casi di cancro, di cui solo 6 sono stati curati durante l’intervento endoscopico.

Unico neo, se così si può chiamare, i tempi di attesa tra il responso della presenza di sangue occulto nelle feci e l’esame endoscopico, dove possono passare anche più di 5 settimane (ma in italia la media è nettamente superiore). (…) San Marino Oggi

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