1° maggio 2009, l’Articolo di Giovanni Ghiotti per Argomenti

Ancora insoddisfacente la proposta del Governo di accordo tripartito, sia nei suoi contenuti generali, relativi in particolare alle misure anticrisi e a sostegno dei posti di lavoro a rischio, che in relazione alla proposta di aumenti economici dei contratti scaduti. L’equità fiscale è il crocevia per reperire le risorse indispensabili per superare le difficoltà economico-occupazionali, affermare un nuovo modello di sviluppo basato sull’economia reale, la qualità e l’innovazione, riformare e rafforzare lo stato sociale e la previdenza

 

di Giovanni Ghiotti – Segretario Generale CSdL

 

In questo periodo di crisi che sta colpendo tutto il mondo, compresa l’economia reale del nostro paese, occorre concentrarsi sulle misure anti-crisi da assumere nell’immediato, ma allo stesso tempo è necessario mettere in moto una forte progettualità per il futuro, per impostare fin da ora un modello economico profondamente rinnovato e pienamente compatibile con gli standard internazionali in campo finanziario. Per San Marino questa crisi, che colpisce soprattutto i lavoratori dei settori privati e le persone in cerca di occupazione, così come i cambiamenti che vengono imposti al nostro paese dall’esterno, stanno determinando la fine di un modello di sviluppo basato su determinati capisaldi. Ciò che più preoccupa, è che mentre assistiamo al de profundis di tale modello, siamo ancora sprovvisti di un progetto di sviluppo per il paese che ci permetta di affrontare con successo questa difficile fase congiunturale e ripartire in avanti con un nuovo sistema basato sull’economia reale e produttiva, capace di creare nuovi posti di lavoro  e recuperare competitività sui mercati.

 

Siamo consapevoli che i soli interventi anti-crisi a favore dell’occupazione e delle imprese, come i provvedimenti sugli ammortizzatori sociali, seppur molto importanti, di per sé non sono sufficienti  per superare la crisi; occorre appunto un progetto di ampio respiro, che definisca le nuove prerogative dell’economia sammarinese, mettendo le aziende in condizioni di proseguire al meglio la loro attività, e al contempo attirando a San Marino nuovi investimenti nell’economia reale. In tale contesto, andrà adeguatamente ridiscusso e riformato anche lo stato sociale ed in particolare la previdenza, per garantire, specialmente ai giovani, prestazioni eque e durature nel tempo.

 

Nel confronto col Congresso di Stato e le associazioni di categoria al tavolo tripartito per i rinnovi contrattuali e gli interventi a sostegno dell’economia e del lavoro, il 29 aprile l’Esecutivo ha consegnato alle parti una nuova bozza di proposta di accordo, che nel complesso non si discosta sostanzialmente dalle precedenti.  La proposta indicata dal Governo di aumento economico dei contratti di lavoro scaduti, pari all’1,5% sia per il 2009 che per il 2010, è una percentuale insufficiente per raggiungere un accordo equilibrato, che tenga conto della situazione nel suo complesso. E rispetto all’insieme dei contenuti della proposta dell’Esecutivo, se da un lato sono state recepite alcune richieste sindacali, dall’altro permangono due ordini di problemi: mancano ancora risposte adeguate a diverse richieste avanzate dal sindacato per superare la crisi economica e occupazionale, ad iniziare dal pacchetto di interventi sociali a sostegno del reddito dei cittadini, e vi sono contenuti riguardanti i rinnovi contrattuali dei settori privati, come la flessibilità e l?allungamento del periodo di prova, che non dovrebbero essere presenti, in quanto tutte le parti normative dei diversi contratti scaduti vanno affrontate negli specifici tavoli contrattuali bilaterali.

 

Da parte del Governo, nel corso del confronto tripartito ci siamo sentiti dire che per effetto delle attuali difficoltà economiche del paese vi sono problemi nel reperire le risorse per superare la crisi. Ma c’è un fatto inconfutabile: la crisi a San Marino non colpiste tutti i cittadini allo stesso modo. Infatti, mentre alcuni strati di popolazione sono in evidente sofferenza – come ad esempio i lavoratori in CIG, in mobilità o, peggio, senza lavoro, e anche la famiglie monoreddito e i pensionati al minimo – vi sono settori del lavoro autonomo i quali non sembrano risentire della recessione…  Allora, se è vero che l’equità è un fondamentale elemento di giustizia sociale quando l’economia è in espansione, tanto più lo è in un periodo di crisi come questo, ove occorrono maggiori risorse per far ripartire l’economia, finanziare gli ammortizzatori sociali necessari e l’insieme dei servizi pubblici e dello stato sociale, riformare la previdenza in termini di solidarietà intergenerazionale e di garanzie di prospettiva per i giovani. Dunque, se il tavolo recepirà questi contributi, se emergeranno volontà e impegni di realizzare in tempi brevi una equa riforma fiscale e la riforma del catasto, allora lo stesso tavolo unico potrà produrre risultati complessivi davvero importanti per il paese.

 

E a proposito delle nuove direttrici dello sviluppo, la green economy deve rappresentare un importante elemento di spinta dell’economia sammarinese. È una strada evoluta e fortemente innovativa che può creare nuovi posti di lavoro, e al contempo contribuire alla tutela dell’ambiente. Tra le proposte avanzate, in primo luogo va data concreta attuazione alla legge n. 72 del 7/05/08 sull’efficienza e il risparmio energetico degli edifici, provvedendo ad emanare i necessari decreti attuativi; vanno favorite le aziende a basso impatto ambientale e tecnologicamente avanzate; va dato un forte impulso alle energie pulite e rinnovabili.

 

Sul versante internazionale, un passo avanti verso la normalizzazione dei rapporti con l’Italia, è stato fatto con i primi accordi firmati tra San Marino e lo stato italiano in occasione della visita del Ministro italiano Frattini lo scorso 1° aprile. Ma al contempo, la presenza di San Marino nella lista grigia stilata dal G20 di Londra, dimostra che c’è ancora della strada da fare per dare massima trasparenza al sistema economico-finanziario e recuperare per il nostro paese un’immagine di piena credibilità a livello internazionale.  L’accordo di Cooperazione Economica firmato dal Governo sammarinese con il Ministro Frattini è utile per ripristinare un sistema di relazioni con l’Italia che riporti un clima di maggiore fiducia, trasparenza e collaborazione, dopo una lunga fase di rapporti problematici tra i due Stati, che tanto hanno nuociuto in particolare alla nostra economia. Tuttavia va rilevato che l’accordo è incompleto, dal momento che gli aspetti valutari e quelli contro le doppie imposizioni sono stati rimandati, e questo rappresenta un punto debole, che auspichiamo sia superato al più presto.

 

Ma al di là di ciò, sul piano generale, va evidenziato che i rapporti – seppur importantissimi e prioritari – con l’Italia, non sono sufficienti. È anche con l’Europa che dobbiamo relazionarci, e in questo senso è altrettanto importante e urgente compiere una scelta precisa circa la collocazione di San Marino rispetto alla Unione Europea, e raggiungere i conseguenti accordi, sia con le istituzioni della UE che di tipo bilaterale con i singoli Stati. Sul piano specifico, un aspetto interessante dell’accordo di cooperazione è quello relativo all’intesa per la creazione di un Parco Scientifico-Tecnologico Italo-Sammarinese; un’opportunità significativa per creare un Centro di ricerca volto ad implementare aziende ad elevato contenuto tecnologico, in grado di realizzare prodotti e servizi innovativi e di alto livello qualitativo. In definitiva, credo che la portata di questa crisi non possa essere sottovalutata. Ma da questa crisi si può uscire se, con forte coesione e  senso di responsabilità, tutti i soggetti istituzionali, sociali ed economici sapranno tracciare un progetto di sviluppo nuovo e sostenibile, che nel portare i cambiamenti che ancora mancano e nel realizzare le riforme necessarie, assicuri fin d’ora un futuro di serenità e prosperità per tutti i lavoratori, i pensionati e i cittadini.