1° MAGGIO: DALLE BANDIERE ROSSE A QUELLE ARCOBALENO … di Paolo Forcellini

Così quest’anno al concertone dei 1° Maggio, mai così ipocrita ed insopportabile, quello per i lavoratori, senza lavoro, si è esibito un “cantante”, così definito ( niente a che vedere con Modugno o Frank Sinatra), testimonial di un importante marchio multinazionale. Comunque sia va tenuto in considerazione, non certo in quanto tale, ma per quello che ha intorno a se. Intanto ha un partito disperato come il PD, che si avvale di ragazzotti arricchiti (ogni riferimento alle sardine è puramente casuale), molti dei quali girano in lussuose macchine da dove si fanno gli immancabili selfie da postare nelle loro pagine sui social per qualche like in più. Con il monologo fatto su quel palco il giovane, si è accanito sulla Rai che a suo dire lo avrebbe voluto censurare e, come poteva non farlo, attaccare il solito Salvini accusandolo di essere contrario, ad una legge inutile ma a sfondo ideologico come quella stile fascista ddl Zen, e diventato da tempo bersaglio dei disperati e che lo usano come specchietto per le allodole per i partiti della sinistra per amicarseli in quanto oggi garanzia per mantenere quella visibilità che forse non avrebbero. Non una parola sui diritti dei lavoratori, sulla situazione in cui versano, sui licenziamenti ma solo propaganda che piace al segretario piddino Letta, l’uomo venuto dalla Ville Lumiere, quella contro la Lega e il suo leder sperando di toglierselo di torno come alleato di governo. Un ritornello ormai inacidito quello dei 49 milioni, che ridicolizza chi lo usa. Ma Salvini denuncia, anzi gli propone un caffè dall’alto della sua signorilità, che lo diversifica dai suoi tanti detrattori “spargiodio.” E come dopo ogni 1° Maggio, senza più comunismo, bandiere rosse sostituite oggi dai colori dell’iride, cortei con politici festosi nell’intento di raccogliere consensi, ma solo mega concerti dai costi altissimi per cantanti mediocri. E scoppia ancora una volta la polemica!

Paolo Forcellini