Una bella giornata all’insegna dei bei ricordi di una vita trascorsa tra Sarsina, la Svizzera e le colline cesenati. Ha spento cento candeline Tersilia Magrini, da tutti conosciuta con il nome di Terzina, che per il giorno del suo compleanno, lo scorso 25 febbraio, è stata raggiunta da parenti e amici per celebrare insieme l’ambito traguardo del secolo di vita.
A rivolgerle gli auguri a nome dell’Amministrazione comunale e di tutta la città, anche l’Assessore ai Servizi per le Persone e le famiglie Carmelina Labruzzo. “Siamo felici – commenta la stessa Labruzzo – di prendere parte a questi preziosi momenti di famiglia che assumono valore per tutta la collettività. Cento anni sono tanti e meritano tutta la nostra attenzione: questi nonni sono stati testimoni dei grandi cambiamenti della società e della nostra città e rappresentano, per questo, la memoria storica del territorio. Con i loro racconti ci aiutano anno dopo anno a ricostruire eventi, episodi e aneddoti di cui, altrimenti, non ci sarebbe traccia. Rivolgiamo dunque i nostri più sentiti auguri alla signora Terzina”.
Tersilia Magrini è nata il 25 febbraio del 1925 a Sorbano nel comune di Sarsina. È stata la primogenita di 14 fratelli, di cui 5 morti prematuramente in età infantile. I suoi genitori erano mezzadri ed hanno abitato nelle zone di Sapigno e Sarsina (località Massa) e poi a Monte Iottone nel comune di Mercato Saraceno. Nel giorno del suo compleanno, ricostruendo le tappe più importanti della sua vita, ha ricordato come negli anni della propria infanzia a farla da padrona era la miseria e che solo quando i fratelli maschi hanno iniziato a lavorare la situazione è migliorata.
Ha frequentato le scuole elementari solo fino alla 3° elementare ma ha dovuto interrompere gli studi per affiancare sua mamma ad accudire i fratelli più piccoli e a fare le faccende domestiche. “Ho cominciato a preparare la piadina e la sfoglia all’età di 6 anni. Non ero abbastanza alta e per questo dovevo servirmi di uno sgabello”. Poi la guerra e la ricostruzione rappresentata dal matrimonio. Degli anni duri caratterizzati dal secondo conflitto mondiale ricorda il suono delle sirene che precedevano i bombardamenti e le corse a rifugiarsi nelle grotte dei dintorni. Subito dopo la guerra si è spostata emigrando in Svizzera con la speranza di trovare un lavoro. Ha avuto un’unica figlia nata il 3 ottobre 1958. Nel marzo del 1959 è tornata in Romagna trasferendosi con la famiglia nelle colline cesenati in località San Mamante. Oggi vive con la figlia nella frazione di San Carlo. A chi le chiede qual è il segreto per vivere fino a 100 anni risponde che “bisogna bere un bicchiere di vino rosso genuino quando si mangia, perché fa digerire e poi che non bisogna arrabbiarsi, perché è inutile”.