11° Congresso FUPI-CSdL: “Dalla PA una spinta fondamentale per far uscire il paese dalla crisi”

Con forte spirito di solidarietà verso i lavoratori degli altri settori e senso di responsabilità generale, il Congresso FUPI ha confermato l’impegno per una PA che sia il primo motore della ripresa economica del paese. Ribadita la priorità; superare il problema del precariato

 

15 aprile 2010 – “Una Pubblica Amministrazione senza precariato e autonoma, che punti sui meriti, sull’innovazione, sulla partecipazione e sulla elevata professionalità dei lavoratori, che sono la vera ricchezza del paese, può diventare il punto di partenza per un nuovo modello di crescita sociale.” È uno dei passaggi più significativi della relazione di Alessio Muccioli, che ha aperto i lavori dell’11° Congresso FUPI-CSdL svoltosi oggi presso la sala riunioni CSU, sul tema “PA Paese”.

 

Un Congresso in cui si è sviluppato un ricco dibattito, con oltre 20 interventi molto qualificati, che ha ribadito la forte solidarietà dei lavoratori pubblici con quelli delle altre categorie più colpiti dalla crisi, e la loro volontà di farsi carico delle problematiche generali del paese. La PA – è emerso dal Congresso – può e deve essere un motore fondamentale per far uscire il paese dalla crisi. Gli obiettivi di autonomia e funzionalità, efficienza e qualità dei servizi della PA, valorizzazione delle risorse umani presenti, sono determinanti sia per favorire la ripresa economica, che per realizzare quei cambiamenti necessari per migliorare i rapporti internazionali.

 

“In questi tre anni la cosa più importante che abbiamo fatto – ha detto Alessio Muccioli, Segretario uscente FUPI-CSdL nella sua relazione è stata proprio quella di esserci. Abbiamo iniziato un percorso per cambiare la modalità di stare nella PA, e quindi nel Paese, nella società e nel rapporto con gli altri lavoratori; abbiamo dato uno stupendo esempio di come questo modo di pensare stia crescendo, qualche mese fa, quando le lavoratrici e i lavoratori pubblici  con la loro presenza massiccia hanno contribuito alla riuscita dello Sciopero generale della CSU “Contro l’immobilismo” della politica e contro l’atteggiamento ostruzionistico dell’ANIS nei confronti dei colleghi dell’industria. I lavoratori della PA hanno dimostrato solidarietà e unità con gli altri lavoratori; due principi senza i quali nessuna lotta sindacale può avere successo.”

 

In questi anni, ha evidenziato Muccioli, si è sviluppata una riforma della PA la cui  impostazione di base non è stata corrispondente ai criteri da delineati dal Sindacato e dai lavoratori; cioè, “una riforma che nascesse dal di dentro, dalle necessità dei cittadini utenti e quindi degli stessi lavoratori. Avremmo voluto che prima di dare un’impostazione della riforma, si facesse un’analisi attenta della PA, per capire in che direzione cambiare i servizi che forniamo, quali settori dismettere, quali avviare, partendo sempre dalle esigenze degli utenti.”

 

A livello politico si è preferito un approccio burocratico-amministrativo alla riforma. Finora, ha detto Muccioli, non c’è stata la possibilità di confrontarsi sul cuore della riforma; “La realizzazione di una struttura pubblica che realizza pienamente l’autonomia della PA dalla politica.” La FUPI avrebbe potuto scegliere semplicemente di fare ostruzionismo; ha preferito invece la strada del confronto, tra mille difficoltà con l’interlocutore di Governo, portando avanti i suoi principi di riforma.

 

“La nostra priorità è il superamento del precariato”, ha ribadito Muccioli. “Non è più prorogabile la risoluzione di questo problema; abbiamo un accordo firmato dal Governo che impegna le parti a definire entro fine giugno le modalità di una nuova fase di stabilizzazione dei precari su funzioni di organico, così come il nuovo decreto sul fabbisogno del contratto privatistico.” “Sul precariato, che resta la più grave piaga della PA – ha aggiunto Alessio Muccioli – dovremo prendere rapidamente delle

iniziative, per fare sì che le date indicate nell’accordo col Governo siano rispettate.”

 

Centrale il tema della formazione nella Pubblica Amministrazione, che dovrebbe rappresentare uno degli aspetti più importanti nella riforma; il miglioramento della qualità dei servizi in tutti settori, tra cui quelli fondamentali come la sanità e l’istruzione, passa attraverso un processo di formazione continua dei lavoratori. La riforma della PA deve anche porsi in relazione ad alcune scelte politiche generali in materia di rapporti internazionali, e in particolare all’auspicato inizio di un percorso che porti all’adesione di San Marino alla Unione Europea. Una scelta di questo tipo avrebbe  ripercussioni sul mondo economico e sociale e ovviamente sulla stessa PA, le cui strutture andrebbero adeguate.

 

“Rivendichiamo le peculiarità  dei servizi pubblici come portatori di una moralità diversa rispetto a quella portata dalla logica economica, e sottolineiamo l’importanza della funzione sociale della Pubblica Amministrazione anche nel garantire il diritto al lavoro a persone  con percentuali di invalidità (cosa che gli imprenditori dei settori privati, in barba alle leggi vigenti, non fanno).” In riferimento all’AASS, tra le altre cose Muccioli ha evidenziato come dovrebbe assumere una funzione di volano per sviluppare quella grande opportunità che, anche per San Marino, è rappresentata dalla Green Economy. Il dibattito è stato quindi concluso dall’intervento del Segretario Confederale Giuliano Tamagnini, delegato dal Segretario Generale Giovanni Ghiotti. Al termine dei Lavori è stata approvata la mozione conclusiva, e si è proceduto alla votazione per eleggere i membri del Consiglio dei Rappresentanti della Federazione (Direttivo) per il prossimo mandato congressuale.

 

Ufficio Stampa