San Marino. A processo ancora Daniele Guidi, stavolta per appropriazione indebita

Nuovo processo per Daniele Guidi, l’ex direttore generale della Banca CIS, ed anche questa volta non si è presentato in Aula, scegliendo la strada della contumacia. Presente invece il suo ex vice, Marco Mularoni, anch’egli chiamato a rispondere insieme a Guidi del reato di appropriazione indebita di circa 128.000 euro.

Secondo l’accusa, la banca avrebbe tratto indebiti vantaggi economici da mutui e leasing concessi a piccoli correntisti, applicando tassi d’interesse che non tenevano conto delle variazioni negative dell’Euribor. In parole semplici, quando l’indice europeo calava, i contratti non venivano adeguati, generando così margini extra per l’istituto.

Alcuni clienti sarebbero già stati risarciti, altri invece non hanno intrapreso alcuna azione.

A chiedere la costituzione di parte civile è stata soltanto l’Eccellentissima Camera, ritenendo che il comportamento contestato abbia contribuito a ritardare il dissesto della banca, aggravando in tal modo l’impatto dell’intervento pubblico.

Le difese hanno respinto con forza la ricostruzione dell’accusa, sostenendo l’insussistenza sia del danno patrimoniale sia di quello d’immagine. Il Giudice si è riservato sulla questione, ma il nodo centrale della vicenda sembra ormai un altro dato che la Procura del Fisco ha infatti rilevato che il reato risulta prescritto dal dicembre scorso, chiedendo di conseguenza la dichiarazione di non doversi procedere. Un passaggio che, se accolto, chiuderebbe definitivamente anche questo capitolo della lunga saga giudiziaria legata alla Banca CIS.

La prossima udienza è fissata per il 14 gennaio, e potrebbe essere l’ultima dove il giudice dovrà decidere se dichiarare la prescrizione o se affrontare comunque nel merito un caso che, pur di entità economica ridotta, riapre la discussione sul ruolo dei vertici della banca nel progressivo collasso dell’istituto e sull’efficacia dei controlli interni negli anni che precedettero il dissesto.