Lo sviluppo economico della regione Emilia-Romagna, determinatosi grazie allo spiccato dinamismo di piccole e grandi imprese, rappresenta indubbiamente motivo di attrazione per la criminalita’ organizzata”. Pero’ “Si deve dare atto che e’ frequentemente segnalata, nella regione, l’operativita di elementi appartenenti ad organizzazioni di tipo camorristico, mafioso e di origine calabrese (‘Ndrangheta)”. E’ l’allarme lanciato dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano.
Il Guardasigilli in una lunga risposta fornita al deputato della Lega Nord Angelo Alessandri, il spiega come e perche’ la regione (“Sulla base delle notizie fornite dal Ministero dell’Interno e dal procuratore della Repubblica di Bologna- Direzione distrettuale antimafia), e’ nel mirino della criminalita’ organizzata.
La Procura di Bologna ha infatti fornito al Governo i dati dei “principali filoni di indagine e le attivita investigative condotte dalla Dda che, molto spesso, anche in coordinamento con le Direzioni distrettuali antimafia di volta in volta interessate (principalmente, quelle di Napoli, Palermo e Catanzaro), si sono concretizzate in brillanti risultati”, scrive Alfano nella risposta consegnata ieri alla presidenza della Camera. Si va dai Casalesi alla ‘Ndrangheta, ai gruppi “di matrice straniera” che comprendono i “gruppi criminali cinesi” fino all’estremismo islamico. La risposta di Alfano ad Alessandri tratta per primo il tema del clan dei Casalesi.