Dobbiamo la vittoria della Repubblica sulla Monarchia soprattutto a Pietro Nenni.
A Nenni e poi a Pertini e a Saragat.
Il giorno della vittoria, Ignazio Silone scrisse il titolo dell’Avanti: Grazie Nenni.
Il titolo aveva sue ragioni di fondo.
Togliatti era ambiguo, era tornato da poco da Mosca, aveva accettato di far parte del Governo Badoglio, Nenni no, perché conosceva più di ogni altro le dinamiche degli accordi fra sovietici e anglo-americani sulla spartizione di Yalta, con l’Italia nell’area di influenza Occidentale.
Dentro questo scenario, gli inglesi avevano provato a salvare la monarchia in Italia, c’era anche un piano, mettere Umberto a capo della Resistenza.
Ma la resistenza di Pertini( come di altri…) era fortissima, chi aveva perso la libertà “in nome del Re”, non poteva nemmeno prenderlo in considerazione.
De Gasperi era molto combattuto, parte del suo elettorato, soprattutto al sud, era monarchico.
Poi confluito nella Dc.
Quindi era indeciso. Nenni lo chiamava “signor ni”.
Furono Nenni, Saragat, Pertini e naturalmente i Repubblicani a condurre con determinazione la battaglia.
Questo non si sa. Non si racconta.
Lo ha raccontato, fra gli altri, in uno splendido articolo per la Fondazione Rosselli, Ugo Intini.
Il caro Ugo.
Che ha raccolto le testimonianze dirette di Nenni e Pertini.
Consiglio di leggere anche la versione di Pertini sulla cattura di Mussolini.
Sempre nel racconto di Ugo.
Pertini sosteneva che l’arresto era stato concordato col Re per salvarsi.
Da arrestato non sarebbe passato da traditore con i tedeschi e i fascisti e avrebbe potuto gestire la resa con più dignità.
Invece fu poi preso dai tedeschi e “costretto” al percorso che lo portò a Piazzale Loreto.
Gli storici non sono d’accordo ma è quello che Pertini racconto’ a Intini.
Viva la Repubblica!
Sergio Pizzolante