San Marino. Stefano Piva, conferma la propria disponibilità alla Presidenza della Democrazia Cristiana sammarinese

PIva

L’intervista di Stefano Piva, che conferma a “Tribuna” la propria disponibilità alla Presidenza della Democrazia Cristiana.

Lei è stato uno dei nomi più votati dalla base nell’ultimo congresso del Pdcs. In questi giorni si parla di lei come uno dei possibili candidati alla presidenza del partito. Conferma o smentisce?

“So che si sta facendo il mio nome, se mi verrà chiesto formalmente, dal Pdcs, darò, come ho già detto a diversi amici, la mia disponibilità. La mia è una disponibilità motivata dal bene che voglio al Partito, di cui faccio parte da oltre quarant’anni, e per il momento che sta vivendo. Non possiamo dimenticare le nostre radici, che sono la nostra forza, ma dobbiamo anche affrontare un mondo che è cambiato, e sta continuando a cambiare. La mia disponibilità è esclusivamente generata dall’amore che nutro verso il Pdcs. Da anni sono un attivista della Festa dell’Amicizia. Inoltre mi muove il carattere Popolare del Pdcs, una forza popolare, probabilmente l’unica rimasta tale, che oggi ha più che mai bisogno – per rilanciarsi – di unità, la nostra vera forza. In questo senso vorrei dare il mio contributo da uomo di base”.

Si definisce “uomo di base” come il suo predecessore Poggiali, ma oggi basta questa caratteristica?

“Leo Marino Poggiali, per quanto lo conosco, è una persona seria che merita rispetto. Ho condiviso – come tanti amici – la sua nomina. Saprà dimostrare la sua correttezza, quella correttezza che nel corso della sua vita lo ha fatto conoscere a tutti come persona onesta. Nei suoi confronti la mia stima rimane immutata. Oggi la linea di indicare alla Presidenza, una figura espressione della base del Partito rimane attuale e giusta”.

E questo permetterà di superare le difficoltà che attanagliano la politica del Pdcs?

“Dobbiamo rafforzare la nostra componente popolare. Stiamo attraversando un momento difficile. Oggi il fare politica è visto come qualcosa da evitare, da rifiutare, da respingere. Solo ritornando, per ripartire, ad una dimensione all’insegna della normalità si potrà superare ogni tipo di qualunquismo. Ecco il qualunquismo è il grande pericolo che abbiamo di fronte. Gli attacchi rivolti agli uomini del Pdcs ed alla sua storia mi hanno molto infastidito ed amareggiato. Presumo che non nascano a caso”.

In che senso?

“Occorre che il Partito reagisca in maniera decisa e forte ad un attacco concentrico che negli ultimi mesi ha subito. Non so quali siano stati i registi, ma non possiamo continuare a fare finta di niente. In politica occorre essere bravi ad incassare, ma quando si superano certi limiti è impensabile fare finta di niente”.

Ma per risollevare il Paese non basta ….

“San Marino sta vivendo uno dei momenti più difficili della propria storia. Dal 2008 il Pdcs si è rimboccato le maniche facendo tanti sacrifici. Oggi è stato raggiunto un importante obiettivo, l’uscita dalla black List ed il mio ringraziamento va a tutti gli uomini di Governo del Pdcs. Tuttavia questo è solo un punto di partenza. Occorre riqualificare l’immagine del Paese, occorrono riforme strutturali, che avranno un loro prezzo, e soprattutto investire nella competitività del sistema. In questo il Pdcs deve dettare la propria linea con credibilità per i prossimi anni”.

E le alleanze? Ne vuole parlare?

“La mozione congressuale ha indicato una linea chiara da seguire. Va rispettata e perseguita. Accanto al percorso indicato dal Congresso occorre, sia procedere alle riforme necessarie che il momento richiede, sia impegnarsi per il rilancio dell’economia. Se indi-vidueremo i percorsi giusti, conseguendo risultati significativi, allora si apriranno nuove prospettive di sviluppo. Non abbiamo più alibi dobbiamo agire, non possiamo più guardare indietro, dobbiamo lavorare ad un progetto che guardi al futuro del nostro Paese. Umiltà, spirito di servizio, coraggio, unità e non frammentazione, dedizione al Paese attraverso il partito in cui ho trascorso la mia vita ed in cui mi identifico. Oggi certe cariche non sono più, nonostante tutto, posti di potere ma posti di servizio e di responsabilità. Chi non lo avesse capito, è fuori dal futuro di San Marino”.  

David Oddone, La Tribuna