“Se sono vere le ‘tariffe’ sul ‘costo politico’ delle licenze di banche, finanziarie, autonoleggi, immobiliari, ecc… potremmo arrivare verosimilmente a 7-800 milioni di euro di ‘investimenti politici’ negli ultimi 20 anni”.
A dichiararlo è Giuseppe Roberti, oggi al centro del dibattito attorno alle inchieste che riguardano l’ex Banca Commerciale Sammarinese e in particolare il “conto Mazzini” che ha deciso di intervenire sui media sammarinesi, perché “oggi il processo lo si sta facendo sulla stampa e così anch’io – ci dichiara – ho deciso di utilizzare i media”.
Per intervistarlo, incontriamo il professore Roberti, ex presidente della Bcs e anche ex ambasciatore di San Marino a disposizione, in un bar di Rimini, dato che al momento preferisce non varcare i confini di Stato.
Professor Roberti, perché questa sua volontà di non voler entrare in Repubblica?
“io sono stato convocato la prima volta come testimone per l’indagine sul cosiddetto conto Mazzini il 18 ottobre del 2012, una ventina di giorni prima delle ultime elezioni politiche a San Marino. Già questa tempistica dovrebbe far riflettere. La richiesta proveniva dal commissario della legge Simon Luca Morsiani. Ma dallo stesso tribunale e anche altri amici, mi dissero testualmente: ‘Sei matto? Quelli ti vogliono arrestare, da testimone diventi imputato’. All’inizio non ci ho creduto, poi mi hanno convinto e oggi resto convinto di questo: prima mi si voleva arrestare per farmi parlare e adesso non vengono a interrogarmi per non farmi parlare”.
E in tutto questo tempo non le sono arrivate altre richieste, magari per essere ascoltato tramite rogatoria, in Italia?
“Nulla. Pensi che ho dato disponibilità a parlare anche all’interno del consolato di San Marino a Rimini, oppure in Ambasciata. Eppure non ho ricevuto alcuna rogatoria del tribunale per ascoltarmi”.
Però lei ora da testimone risulta invece indagato…
“Purtroppo, in un crescendo di accuse che hanno dell’incredibile, sono passato dal finanziamento il- lecito al riciclaggio fino all’associa- zione a delinquere. Mancano solo l’inquisizione, la tortura e il patibo- lo”.
Per quanto tempo ha operato in Bcs?
“Praticamente dalla fondazione fino al 2011 quando sono stato ‘costretto’ ad uscire per volontà della maggioranza della proprietà di allora, su pressione della politica. Recentemente ho scoperto, con mia grande sorpresa, che ad acquistare le mie quote di Bcs è stato un noto studio commerciale di San Marino”.
Quando parla di politica che fece pressioni per farla allontanare, parla di partiti presenti nell’attuale maggioranza di governo?
“Sì, mi riferisco proprio a due partiti che sono oggi al governo a San Marino”.
Lei ha attaccato il segretario di Stato alle Finanze Claudio Felici, come mai?
“io ho detto che Mirella Frisoni non ha preso i soldi dei libretti che le vengono contestati, ma che quei soldi sono finiti nella disponibilità di Felici. Mi chiedo anche come la maggioranza ora lo possa difendere perché io ho le prove per dire che ha preso lui i libretti. Anzi, siccome mi ha dato del calunniatore, io le confermo, come ho già detto anche a Giornalesm.com, che ho dato mandato ai miei legali (Roberti è difeso da Rossano Frabbri di San Marino, Autunno Pierluigi e Francesco Pisciotti di Rimini n.d.r.) di denunciare il segretario Claudio Felici. Anche perché sono stanco di questo ruolo da capro espiatorio. Io ho solo effettuato dei finanziamenti politici con soldi miei e di amici, ma non ho riciclato nulla o corrotto nessuno. Ed anzi, ad oggi solo per le spese legali, tra italia e San Marino, ho già sborsato più di 100mila euro”.
Lei ha dichiarato che è pronto a mostrare le prove di cui dispone a chi è interessato, è già stato contattato?
“Sì, dei politici di San Marino mi hanno già contattato, alcuni non direttamente, ma tramite altre persone. E mostrerò loro le prove che ho”.
Secondo lei, l’indagine a quel punto potrebbe allargarsi ancora?
“Certamente sì, e non solo per il conto Mazzini”.
Perché ha deciso di intervenire ora tramite i media?
“Perché il processo si sta facendo sulla stampa ed è un processo politico, così anch’io ho deciso di utilizzare la stampa. Le sembra giusto che io debba venire a conoscenza degli atti che mi riguardano, proprio dalla stampa. Tra l’altro è in atto una forte campagna denigratoria nei miei confronti. Ho letto infatti che io sarei scappato da San Marino. Ma questa è una bugia” (…)
Franco Cavalli, San Marino Oggi