Le telecomunicazioni a San Marino sono state gestite fin dagli anni ’30 dalla Società Telefonica dello Stato Italiano (Stet). Con il Governo delle sinistre (1978-1986) si iniziò un percorso di autonomia rispetto all’Italia per riportare a San Marino risorse economiche, imprenditoriali, culturali e professionali di vari settori strategici, tra i quali l’energia e le telecomunicazioni.
Mentre per tradizione, la gestione dell’energia ha continuato ad essere parte delle attività dello Stato, anche se in forma autonoma istituendo l’azienda dei servizi (AASS), le Tlc sono diventate campo di conquista di imprenditori privati che, con vicende alterne, non riuscirono ad affrancarsi dalle logiche monopolistiche precedentemente impostate.
Ogni possibilità di sviluppo di un settore così importante venne quindi frenata e solo alcuni imprenditori in forma anonima riuscirono ad inserirsi nel settore ma più per spartirsi la fetta dei possibili guadagni che per sviluppare vere e proprie imprese. Si è impedito così di fatto lo sviluppo di un settore strategico capace di generare ricchezza e garantire indipendenza al paese.
Ci auguriamo che questo dossier possa favorire la comprensione di eventi che ancor oggi danno origine ad una delle più grandi e pericolose guerre che si stanno consumando nella politica. In gioco c’è il futuro del paese o meglio la sua capacità di svincolarsi dalle mani di attori anonimi, coperti a volte da associazioni compiacenti e da politici.
Un futuro che potrebbe invece vedere un Paese veramente libero in cui il confronto fra i protagonisti si consumi sui mercati, sulle idee e le capacità imprenditoriali.
Da Dossier TELECOMUNICAZIONI de La Tribuna