La “solidarietà familiare” crea tensioni all’interno della maggioranza, che fatica sul decreto “Disciplina applicativa delle prestazioni di lavoro occasionale e accessorio” e inciampa nella bocciatura di uno dei suoi emendamenti. Il tasto caldo è l’articolo 7, che come riportato nella relazione legata al testo, sottoposto ieri all’esame del parlamento sammarinese, re- gola “come si esplica l’attività di supporto lavorativo gratuito per solidarietà familiare”. Una pratica che “viene riservata esclusivamente ai titolari di impresa individuale che opera esclusivamente nei settori già previsti dalla legge e ai liberi professionisti iscritti all’albo professionale, attraverso il supporto lavorativo occasionale e gratuito di familiari”.
Le prime divisioni emergono già all’inizio del dibattito della mattina in Consiglio Grande e Generale, con Guerrino Zanotti che si dice “contrario all’introduzione dell’articolo 7”. Il motivo, spiega l’esponente del Psd, “si basa sul fatto che in un momento di grave difficoltà economica non si può dare una risposta inserendo un articolo in un decreto delegato”. Secondo il consigliere di maggioranza “l’ambito corretto sarebbe quello della riforma del mercato del lavoro”. Dal suo partito anche Marino Riccardi si dice scettico: “Non credo sia per nulla scandaloso se un familiare aiuta la propria famiglia nell’attività”, dice, ma “non voterò l’articolo 7 così come è stato formulato perché è limitativo”. Secondo l’esponente del secondo partito di maggioranza l’articolo “è fatto ad hoc per il centro storico, ma gli operatori fuori dalle mura non sono nelle stesse condizioni?”
I compagni di coalizione del Pdcs però la pensano diversamente. “Non introduciamo alcuna novità – afferma il capogruppo democristiano Luigi Mazza – ripristiniamo una situazione che c’era fino al 2010, quando il Tribunale, in seguito ai controlli degli ispettori del lavoro, in tutte le sentenze nell’ambito della solidarietà familiare ha indicato che non c’erano violazione delle norme”. Gli fa eco il segretario scudocrociato Marco Gatti: “Se uno ha bisogno di aiuto in negozio per un’impennata di lavoro improvvisa cosa dovrebbe fare, chiamare un dipendente?”.
La parola passa quindi a Vladimiro Selva, che dalle fila del Psd anticipa quella che diventerà una questione spinosa: “Riteniamo che questo articolo potrebbe avere una valenza limitata nel tempo, in modo che ci sia la possibilità di sperimentare la sua applicazione”. Si pensa a una misura dotata di ‘’timer’’ quindi, che però indispone nuove pedine all’interno della maggioranza. I nodi vengono al pettine quando l’esame dell’articolato arriva all’articolo 7, sul quale la maggioranza propone un emendamento con il quale “gli effetti dell’articolo decadono il 30 aprile 2016”.
Il documento porta la firma di tutte le sigle della coalizione, tranne Noi sammarinesi. Che si fa sentire subito: “Non lo voteremo”, mette in chiaro Massimo Cenci. Viste le perplessità, il segretario di Stati al Lavoro, Iro Belluzzi, chiede alla coalizione di ritirare la maggior parte degli emendamenti promettendo “entro il 31 gennaio 2016 una serie di norme che regoleranno il lavoro di pensionati e la solidarietà familiare”. Sul piatto ne rimangono due, di cui uno che fallisce la prova del voto: è quello che avrebbe circoscritto la normativa “ai parenti e affini di secondo grado” anziché “ai familiari di primo grado”. Il risultato è un 24 a 24 che fa sprofondare la proposta, mentre dall’opposizione vengono criticati la mancata di compattezza degli avversari e i contenuti del decreto. “Il concetto che è stato introdotto” è quello del “lavoro gratuito, era il timore che avevamo”, lamenta Andrea Zafferani. Secondo il leader di Civico 10 “non è di supporto per chi è in malattia o perché uno deve assentarsi un attimo, qui si può lavorare tutto il giorno gratis, senza retribuzione o contributi”. In linea con lui Tony Margiotta di Sinistra unita: servirebbero “tempistiche precise inerenti la solidarietà familiare – dice – perché così facendo eviteremo l’utilizzo improprio”. (…) La Serenissima