3 maggio, giornata mondiale dedicata alla libertà di stampa. A San Marino esiste grazie alla Cedu e a dei giudici di stampo europeo … di Marco Severini

Anche se può sembrare strano sentirlo da un antieuropeista convinto, dobbiamo riconoscere che la libertà di stampa a San Marino oggi è in gran parte dovuta alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu) e ai giudici sammarinesi che si basano su leggi e sentenze europee. Senza la tutela dei diritti umani garantita dalla Cedu e senza l’influenza della giurisprudenza europea, la libertà di stampa potrebbe non essere stata garantita sul Titano.

Il 19 gennaio di quest’anno, il Commissario della Legge, il prof. Vico Valentini, ha emesso una grandiosa sentenza che farà parte della storia giudiziaria di San Marino che, insieme ad altre importanti decisioni prese dai giudici inquirenti, la dr.ssa Elisa Beccari e il prof. Simon Luca Morsiani, e dal giudice di appello penale, il monumentale dr. Giuseppe Severini, ha rappresentato un punto di svolta cruciale nella lotta per la libertà di espressione a San Marino.

Queste sentenze hanno fatto da barriera contro l’oscurità della censura, aprendo la strada alla possibilità di esprimersi liberamente. Non mi soffermerò qui sulla grandiosità di queste decisioni, che avete già letto qui su GiornaleSM, ma sulla loro importanza per San Marino, nonostante la presenza di leggi retrive e liberticide emanate da un certo potere politico, il quale ha cercato e cerca di intimidire chiunque scrive liberamente.

San Marino grazie a questa sentenza del 19 gennaio e ad altre numerose archiviazioni garantisce la libertà di espressione a tutti i suoi cittadini, compresi quelli che si occupano di giornalismo pur non essendo giornalisti o che non vogliono esserlo come nel mio caso, e scrivono articoli di cronaca. Non ci sono sanzioni penali per coloro che si esprimono, e tutti sono liberi di farlo in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo come prevede la CEDU. Non è solo compito dei giornalisti fornire informazioni e scrivere di fatti e cronaca; tutti possono farlo! Questa libertà è fondamentale, e coloro che sono attaccati a logiche corporativistiche ovviamente sono gli unici interessati a limitarla. Nonostante ciò, è possibile che i giornalisti e coloro che si occupano di informazione finiscano sul banco degli imputati anche qui a San Marino, anche se hanno scritto la verità e se i loro articoli sono di interesse pubblico e misurati. Ciò dimostra che, nonostante queste eccezionali sentenze, la libertà di stampa non è sempre garantita e può essere minacciata da chi ha tutto l’interesse a che certi fatti non siano di dominio pubblico.

Per dovere di informazione verso i nostri lettori, occorre dire che la CEDU è stata firmata da tutti i paesi membri del Consiglio d’Europa, e quindi tutti gli Stati parti sono tenuti a rispettare i diritti e le libertà sanciti dalla Convenzione. Inoltre, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha il compito di interpretare la CEDU e di garantire il suo rispetto da parte degli Stati membri. Ciò significa che se una decisione di un tribunale nazionale entra in conflitto con la CEDU, come pare essere l’ultima legge liberticida sammarinese sull’informazione, o con le decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo, la Corte europea può essere chiamata a esaminare la questione e a pronunciarsi sulla conformità della decisione con la Convenzione sanzionando il paese che ha emanato tale legge. In sostanza in caso di contrasto tra la normativa nazionale e quella della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), prevale la CEDU. Questo è confermato dal principio di supremazia della CEDU sui sistemi giuridici nazionali dei paesi membri del Consiglio d’Europa. Il diritto internazionale prevede che gli Stati debbano rispettare gli obblighi derivanti dai trattati internazionali che hanno ratificato. Nel caso della CEDU, gli Stati membri – tra cui San Marino – hanno accettato di rispettare i diritti e le libertà sanciti dalla Convenzione e di accettare la giurisdizione della Corte europea dei diritti dell’uomo per la risoluzione di eventuali controversie relative alla sua interpretazione e applicazione.

Perché sostengo questo punto di vista? Perché, sia in passato che recentemente a San Marino, sono state approvate leggi che limitano la libertà di stampa e che sono in contrasto aperto con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e molte sentenze della stessa Corte europea dei diritti dell’uomo. Ciò significa che, se venissero presentati ricorsi, lo Stato di San Marino potrebbe essere condannato a livello europeo per la violazione delle libertà fondamentali di uno stato civile, come quella della libertà di stampa, e per avere emanato leggi che ci farebbero apparire come un paese retrogrado, oppresso e sottoposto al giogo di un potere che può disporre della nostra vita, come in molti paesi dove la stampa o i giornalisti sono vessati e umiliati solo perché raccontano fatti che dovrebbero rimanere sconosciuti alla popolazione e ai cittadini.

Chiedetevi soltanto perché una notizia semplice come quella che gli esponenti di un certo partito politico (Repubblica Futura) parlavano costantemente con il giudice Buriani, emersa in un processo pubblico e supportata da prove documentali, sia stata pubblicata solo da me e dal GiornaleSM.

Chiediamoci, la prossima volta che si parla di libertà di stampa, perché il 90-95% degli scoop degli ultimi anni è stato ottenuto solo da GiornaleSM. Chiediamoci perché io e GiornaleSM siamo stati oggetto di decine e decine di denunce pretestuose, il cui unico scopo era quello di metterci a tacere nonostante avessimo raccontato e scritto la verità.

E’ ovvio che tutti possiamo sbagliare e questo è umano, ma qui non si parla di questo.

Parlando di libertà di stampa, è fondamentale tenere in considerazione la realtà di chi lavora quotidianamente per difenderla. Non solo l’autore di queste parole, ma molti altri, giornalisti e non, della stampa subiscono pressioni, insulti, minacce e denunce penali che cercano di zittirli e impedirgli di svolgere il proprio lavoro. Questo non significa che queste vessazioni, insulti e minacce siano parte integrante del lavoro giornalistico o di altri addetti del settore e per questo accettarle. Io non lo farò mai! Perchè non è giusto né è legale. È importante ribadire che questi attacchi sono inaccettabili e non possono essere giustificati in alcun modo. Dobbiamo impegnarci a difendere la libertà di espressione e di stampa senza compromessi e sostenere coloro che lavorano per preservarle.

In questo contesto si ringraziano coloro, tra cui alcuni giudici e politici, che credono ancora nella libertà di stampa e continuano a sostenerla. La libertà è uno dei beni primari, che dovrebbe essere valorizzato e tutelato anche in questa Repubblica che, pur vantandosi di essere libera, spesso non riesce a garantirla pienamente.

Marco Severini