30 anni dopo le monetine a Craxi … di Sergio Pizzolante

30 anni dopo le monetine a Craxi
Trent’anni dopo la grande vergogna.
Dopo il linciaggio.
Post fascisti e post comunisti uniti.
Contro Craxi.
Un garofano per Bettino.
L’antifascismo militare
La Meloni non ha detto: sono antifascista.
Dicono.
E quindi per gli antifascisti militari( sono antifascista anch’io, ma solo militante) è fascista o afascista, dicono, cioè indifferente al fascismo.
Gli antifascisti militari hanno l’elmetto, sono un piccolo esercito, non sempre regolare, sono fascisti dentro, in nome dell’antifascismo esteriore.
Trenta anni fa,come oggi,stavano con i fascisti regolari davanti al Raphael a buttare le monetine a Craxi, manifestando odio, disprezzo, con violenza, fascista.
In nome dell’onestà e della lotta alla corruzione ( come hanno sempre fatto tutti i fascisti disonesti di tutto il mondo) trent’anni fa abolivano la libertà di stampa imponendo un unico racconto aggressivo, militare, su Mani Pulite e Tangentopoli, esibivano e calpestavano i nemici nelle piazze televisive, come se fossero i corpi di Mussolini e Claretta Petacci in piazzale Loreto a Milano.
In questi trent’anni, in nome di una democrazia tutta loro( istintivamente fascista) hanno armato le procure contro i nemici, hanno eletto le istituzioni non elette per cambiare il verso delle istituzioni elette, quando gli eletti non erano loro.
Hanno manifestato sotto i balconi di Di Pietro e Davigo insieme ai fascisti regolari.
E adesso non gli bastano i passi in avanti della Meloni, i passi distanti dal fascismo che fu.
Perché sono dentro il fascismo che è.
Sergio Pizzolante