Non ha mai confessato, non ha mai ammesso di aver partecipato all’orribile omicidio di Silvio Mannina, strangolato, torturato e infine gettato in un fosso all’ex Cava del lago Azzurro di Santarcangelo, il 28 febbraio del 2014. Non ha mai aggiunto nulla sul perché della complicità col fornaio albanese Dritan Demiraj e lo zio pescatore, Sadik Dine. Niente sul lavoro al quale si era prestata l’ultima donna del killer, Monica Sanchi. Non ammettendo quel delitto compiuto da minorenne ha, di fatto, decretato la pesante condanna che il Tribunale dei minori di Bologna gli ha inflitto lunedì scorso. Quindici anni, nonostante lo sconto previsto per i minorenni che può arrivare ad un terzo della pena. Una condanna considerevole per il ragazzo, difeso d’ufficio dall’avvocato Simone Sabatini, anche nonostante il tribunale abbia escluso l’aggravante della premeditazione e l’abbia assolto per l’omicidio di Lidia Nusdorfi, avvenuto sempre ad opera di Demiraj, alla stazione di Mozzate (Como). Amico di famiglia del fornaio duplice omicida, il giovane albanese, domiciliato a Roma, secondo quanto ricostruito dai carabinieri e sentenziato dal tribunale dei minori, avrebbe partecipato all’omicidio Mannina a Rimini e fatto da “palo” in quello di Como. In nome dell’amicizia, tra Demiraj e il fratello maggiore, legati pare da questioni di droga, il 17enne aveva aiutato il fornaio a lavare l’onta del tradimento di Lidia, ex fidanza e madre di due bambini, col sangue. Poi era scappato, si era dato alla fuga oltreconfine ma dopo pochi giorni era stato arrestato ed estradato in Italia. Inchiodato dalle intercettazioni ambientali dei carabinieri, che lo collocano sulla scena del crimine e lo vedono uno dei 2 uomini che reggono il cavo al collo di Mannina mentre soffoca, il ragazzo rimarrà al momento nel carcere minorile anche se ha appena compiuto 18 anni. L’esclusione della premeditazione però per l’omicidio Mannina in qualche misura avalla il racconto di Monica Sanchi, la prima a parlare agli inquirenti pur con versioni contrastanti. E’ Monica che racconta un delitto d’impeto, quando Demiraj prende in mano il telefonino di Mannina e vede le vecchie foto di Lidia. E’ a quel punto che l’albanese si trasforma dalla rabbia e compie l’irreparabile. (…)
Anna De Martino, Il Resto del Carlino