MONTPELLIER
Mai abbassare la guardia. Lo slogan caro ad Antonio Conte, il ct dell’Italia che sta stupendo Euro2016, vale anche per Massimo Passariello. Anche lui, a suo modo, fa l’allenatore e ha una squadra a disposizione: poliziotto, dirigente del Viminale, il dottor Passariello è il responsabile della sicurezza degli azzurri in terra di Francia.
Un lavoraccio. La situazione è nota. Le minacce di attentati fioccano. L’evento calcistico è nel mirino dei terroristi, che hanno pubblicamente annunciato di voler trasformare l’Europeo in un cimitero. Gli allarmi sono quotidiani, le ansie permanenti. E ieri è rimbalzato in Francia l’allarme da Bruxelles: i terroristi erano pronti a un attentato durante la partita di ieri del Belgio.
Lo staff. Passariello è partito da Roma tirandosi dietro dodici agenti specializzati. Gente in gambissima, abituata ad operare sui sentieri tortuosi della prevenzione. La Nazionale del Viminale tiene sotto controllo permanente l’intero staff della Nazionale del pallone. L’hotel che qui a Montpellier ospita Buffon e compagni viene monitorato ventiquattro ore su ventiquattro. Vengono eseguite ‘bonifiche’ periodiche per evitare sorprese dolorose. Stessa cosa per il centro sportivo che ospita gli allenamenti. Il tutto badando a non disturbare: perché comunque ci sono i turisti, ci sono i tifosi, ci sono i semplici abitanti del luogo, eccetera. Soprattutto, l’azione dell’Italia del ct Passariello punta a trasmettere serenità ai giocatori.
A Parigi. E adesso, per gli azzurri si profila un’altra delicatissima doppia sfida. Il calendario del torneo parla chiaro: il 27 giugno gli azzurri saranno di scena a Parigi. A Saint Denis. Nello stadio teatro degli attacchi dei kamikaze che anticiparono l’orrore del Bataclan, lo scorso novembre. Conte non conosce ancora l’identità degli avversari sul campo. Il suo collega Passariello invece sì, sa chi sono i suoi (e nostri e di tutti) nemici. Andare a Parigi significa accentuare i profili di rischio, per ovvie ragioni. Saranno quindi moltiplicate le misure di prevenzione. Come per ogni trasferta, un funzionario del Viminale si recherà sul posto due giorni prima dell’arrivo della squadra, per ispezionare l’albergo.
E intensissima, sin dall’inizio della avventura azzurra in Francia, è la collaborazione con le forze dell’ordine francesi: i contatti e gli scambi di informazione sono continui, nella capitale opera una centrale di intelligence che raccoglie tutti i dati. Ai vertici del coordinamento c’è anche un bravissimo 007 italiano.
L’Ossessione. Dopo di che, il clima lo potete immaginare. Venerdì a Tolosa, per la partita tra gli azzurri e la Svezia di Ibra, c’era uno spiegamento straordinario di poliziotti e soldati francesi. Rispetto alla partita del debutto a Lione, contro il Belgio che pure si dice essere nel mirino dei dementi del terrore, i controlli erano stati meno rigidi. È stato difficile sottrarsi all’impressione che alle autorità locali fosse pervenuta qualche segnalazione: certo non sugli hooligans, non essendoci teppisti fra i tifosi italiani e svedesi presenti allo stadio.
Insomma, viviamo così, noi italiani all’Europeo. Sperando che l’Italia del ct Conte faccia gol e che l’Italia del ct Passariello gol non ne prenda. Il Resto del Carlino