Dopo il rogo di questa notte all’interno dell’ex mobilificio Aiazzone a Sesto Fiorentino, occupato dal dicembre 2014 da un’ottantina di migranti, dove ha perso la vita Alì Muse, un somalo di 44 anni, alcuni profughi, una cinquantina, hanno protestato davanti alla prefettura, insieme ad alcuni esponenti del Movimento di ‘Lotta per la casa’.
“Alì è morto – hanno urlano – per colpa dello Stato“. I migranti hanno spinto il portone d’ingresso del palazzo. Sono dunque intervenute le forze dell’ordine che si sono frapposte tra l’ingresso alla prefettura e la folla degli stranieri. È stato così evitato che i manifestanti continuassero a colpire il portone.
Alì, secondo quello che hanno raccontato i sopravvissuti, avrebbe perso la vita perché “rientrato nel mobilificio per cercare di recuperare i documenti, che per lui erano la cosa più importante in quanto cercava di ricongiungersi alla moglie e ai due figli che abitano in Kenya”.
“Abbiamo cercato di trattenerlo, ma è rientrato”. Altri, nella sua stessa condizione, “lo hanno seguito. Lui però non ce l’ha fatta”. Il racconto è concitato, con la rabbia che si mescola al pensiero di quei momenti drammatici. “C’erano le fiamme, abbiamo chiamato i vigili del fuoco. Abbiamo portato via donne e bambini. Ma poi il fumo ha invaso tutto. Io per portare la gente fuori mi sono sentito male”. Fin qui il racconto di una notte indelebile, fino a che un profugo si scaglia contro chi, “negli ultimi due anni ci ha abbandonato. Ci toglievano la luce, l’acqua. Abbiamo chiesto aiuto, un bagno, ma nessuno ha fatto nulla. Oggi qui parlano tutti di noi, ma dove erano prima”.
Su alcuni striscioni compare la scritta ‘vergogna, vergogna. Vogliamo una casa e una vita dignitosà‘. Alcuni migranti si erano quindi distesi a terra per bloccare il traffico. I manifestanti, dopo aver abbandonato la strada dove si trova la prefettura, si sono spostati, a Palazzo Strozzi dove hanno tentato di fare irruzione nella mostra del pittore cinese Ai Weiwei, tuttora in corso.
Gli stranieri sono riusciti a salire le scale, nonostante il blocco dei funzionari delle forze dell’ordine, ma sono stati fermati quando è stata chiusa la porta di accesso alle sale. L’ingresso alla mostra è ora bloccato e la protesta sta continuando dentro il palazzo. Sulle scale è stato di nuovo srotolato lo striscione con scritto ‘Ali Mouse è morto per colpa dello Stato’.
“Non ce ne andiamo da palazzo Strozzi fino a quando non avremo risposte. È incredibile, finora nessuno ha voluto parlare con noi”. Cosi’ Lorenzo Bargellini, il leader del Movimento lotta per la casa. “Da stamani, sotto la prefettura, ad ora, non siamo riusciti a parlare con nessuno. Ne’ con il prefetto, ne’ con la Regione e neppure con la Citta’ metropolitana. Non dico di trovare una soluzione in pochi minuti, ma qui non c’e’ neppure un briciolo di trattativa”. La Nazione