San Marino. “Calma e Gesso!” … di Augusto Casali

Riceviamo e pubblichiamo

E’ ormai chiaro a tutti che il nostro Paese ha necessità di reperire nuove risorse economiche e finanziarie. Ma per ottenere qualche risultato apprezzabile è necessario avere un progetto complessivo di sviluppo per i prossimi anni, che invece non sembra esserci.

Poi è assolutamente necessario fare un esercizio al quale per il passato non eravamo abituati: andare in giro per il mondo a presentare il progetto San Marino, attraverso una politica estera dinamica e vitale, con impronta economica. L’unica cosa che in questo momento non bisognerebbe fare è rimanere fermi. Invece mi pare che gli ultimi governi succedutisi, anche se di segno contrario l’uno dall’altro,  abbiano manifestato una continuità imbarazzante.

Così i problemi rimangono, anzi si aggravano sempre di più e la necessità di fare cassa da parte del Governo in tempi rapidi rischia di fare compiere errori drammatici che pagherebbero indistintamente tutti i cittadini.

Quindi ben venga un impegno serio di razionalizzazione della spesa, di lotta alle sacche di sperpero di pubblico denaro, agli interventi clientelari. La si faccia questa lotta, ma sul serio, senza eccezioni, senza chiudere un occhio per gli amici degli amici. Di certo  produrrebbe  benefici e contribuirebbe a creare un Paese  sicuramente più serio.

Ma attenzione a formulare tagli lineari a sanità e pensioni, come si sente dire sempre più insistentemente dalla stampa locale. I tagli devono essere mirati agli sprechi, al superfluo e all’inutile, ovunque si manifesti, altrimenti anziché raggiungere un obiettivo potrebbero solamente portare disservizi e carenze in un settore, la sanità ad esempio, essenziale per ogni sammarinese.

E intervenire ulteriormente sulle pensioni, sui diritti acquisiti dai lavoratori sulla base delle leggi vigenti, significherebbe mettere definitivamente in ginocchio la nostra economia già sofferente da almeno un decennio.

Infatti i pensionati svolgono oggi, in questa difficile contingenza economica, un ruolo di veri e propri ammortizzatori sociali nei confronti dei propri figli e delle loro famiglie che, senza un minimo di supporto finanziario dovrebbero affrontare percorsi che potrebbero rivelarsi a volte impossibili.

Sarebbe una catena. Meno disponibilità di denaro di quello di cui oggi i pensionati possono disporre significherebbe meno consumi, meno acquisti, meno ricchezza. In una parola, un graduale ma inesorabile blocco economico, da cui rialzarsi sarebbe davvero molto difficile.

Sento da più parti rimpallarsi le responsabilità per l’attuale situazione. C’è chi non perde occasione per rimarcare che le colpe sono tutte riferite ai governi passati, ma si dimenticano di essere al Governo della Repubblica ormai da una quindicina di anni e nulla ancora hanno dimostrato di saper fare. D’altronde se non fosse così oggi non staremmo a parlare di questi problemi.

Anche perché, indipendentemente dalle responsabilità effettive, che di solito sono assai diffuse, quando si è al Governo del Paese i problemi vanno affrontati e risolti, altrimenti per quale motivo ci si sarebbe candidati alla guida del Patrio Governo?

Augusto Casali