5 minuti in galera … di Sergio Pizzolante

5 minuti in galera.
È una iniziativa eccellente.
Promossa dal giornale Il Dubbio.
Per chi non ha dubbi mai.
Al salone del libro è stata costruita una cella dove puoi stare 5 minuti per vedere l’effetto che fa.
Nei miei 12 anni di Parlamento ho visitato le carceri in gran parte d’Italia.
Da Rimini ad Ancona, da Santa Maria Capua Vetere a Palermo. Più volte.
Ogni volta ne uscivo devastato.
Vedere uomini in gabbia è una cosa spaventosa.
Visitare le “gabbie”, sentire gli odori, l’umido, il caldo senza difesa, il freddo, il gelo che si somma al gelo delle sbarre, le casseruole deformi e scure.
E gli occhi e i corpi delle persone e i capelli, senza più luce e cura da anni e le foto sui muri, donne nude e figli.
E so dai numeri ufficiali dei ministeri che il 50 per cento di loro sono in carcere preventivo.
E so che il 50 per cento circa di coloro che sono in attesa di giudizio saranno poi assolti.
So che in una cella di 4 uno sicuramente è lì innocente.
E le celle sono spesso di 6 o più.
Quando sento la “gente” che chiede, vuole, su ogni cosa, colpevoli, pene, galera, mi indigno.
Penso a quello che ho visto.
Quando vedo che il Parlamento che allarga e aumenta pene e galera inorridisco.
Quando vedo la facilità con la quale le Procure mandano in galera le persone, mi avvilisco.
Alcuni anni fa lavorai ad un progetto di legge.
Rendere obbligatorio uno stage di almeno un mese in un carcere, per avvocati, giornalisti, magistrati.
Da mettere nel percorso di studi.
E per i parlamentari. Nel primo anno di attività.
Per vedere, capire, avere cognizione, prima di scrivere, prima di legiferare, prima di chiedere un arresto.
Non ce l’ho fatta. Non trovai molte adesioni.
Ne dentro né fuori il Parlamento.
Fra politici, giornalisti, magistrati.
Questa iniziativa de Il Dubbio somiglia un po’ alla mia.
È una bella cosa.
Sergio Pizzolante