La modifica del codice della strada italiano approvata lo scorso ottobre dal governo gialloverde (sono trascorsi 11 mesi!) ha messo fuori legge le ditte e i privati i cui veicoli con targa estera ma condotti da residenti in Italia fanno avanti e indietro tra Italia e la Repubblica. C’è infatti il divieto assoluto di guidare veicoli con targa estera (non italiana) per chiunque sia residente in Italia da più di 60 giorni, perfino se si tratta del mezzo di un familiare e quest’ultimo sia a bordo al momento del controllo. Abbiamo già dato conto del caso di un sammarinese che essendosi sentito poco bene aveva chiesto ad un amico di condurlo con la sua auto al pronto soccorso ed è stato multato. Le deroghe sono previste per i veicoli dati in comodato dai datori di lavoro ai loro impiegati o collaboratori, ma solo se le aziende hanno sede nell’Unione Europea o nei paesi dello Spazio economico europeo. Non è il caso di San Marino. L’intento nobile del decreto era quello di ridurre il numero di targhe straniere circolanti, in particolare dell’est Europa, che evadono il bollo, in alcuni casi non pagano le multe o non hanno un’assicurazione adeguata. San Marino ci è andata di mezzo, è stata la vittima collaterale. La diplomazia si è mossa? A parole sì, ne sono state dette tante, in concreto si è fatto soltanto un bel buco nell’acqua. A ribadirlo in un post è stato il capogruppo del Ps Alessandro Mancini che ha scritto: “Il Meeting di Comunione e Liberazione è sempre un importante momento di confronto, di ascolto oltre che di valorizzazione della Repubblica di San Marino. Mi sorprende, però, sempre di più la gestione personalistica della Politica Esteri da parte di Nicola Renzi. Dopo aver tenuto gelosamente nel cassetto la trattativa con l’UE – su cui auspico i sammarinesi siano chiamati ad esprimersi con un referendum- apprendiamo che si sarebbe arrivati ad una revisione degli Accordi Italo Sammarinesi del 1939. Per fare cosa? Per andare in quale direzione? Con quali benefici o contropartite? Sappiamo che chiedere a Renzi è troppo e inutile: non risponde neanche quando viene tirato in ballo figuriamoci per queste cose.
E pensare che in questa fase ci saremmo accontentati della risoluzione del problema Targhe che, cari governanti, eccome c’è ancora! Chiedetelo ai nostri operatori che nel silenzio e in solitario hanno e stanno affrontando questa emergenza.
Ma – si sa – è tutta colpa della crisi politica italiana. Renzi e i suoi colleghi hanno la coscienza a posto”. Durissima anche il consigliere indipendente Giovanna Cecchetti: “I sammarinesi hanno pagato e stanno pagando un prezzo altissimo per la mancata soluzione di un problema che stando alle rassicuranti dichiarazioni del segretario Renzi di ormai molti mesi fa, avrebbe dovuto esser risolto nel giro di pochissimo tempo. Peraltro sempre Renzi aveva sostenuto pubblicamente che in virtù di alcune circolari con i sammarinesi si sarebbe chiuso un occhio e le sanzioni non sarebbero state applicate. I fatti, le raffiche di multe dai 500 euro in su, (gli pseudoinseguimenti una volta avvistata la targa sammarinese, ndr) lo hanno purtroppo smentito clamorosamente. Un aiuto concreto sarebbe dovuto arrivare dall’emendamento al codice della strada sollecitato dagli altri Paesi – evidentemente con più peso del nostro – rimasti ‘vittime’ del decreto. sicurezza come Monaco. L’emendamento, che era in procinto di essere votato dal parlamento italiano prima della pausa estiva, rischia ora, con la crisi di governo che si è aperta in Italia, di slittare alle calende greche”.
Repubblica Sm