Alleanza Popolare sulla bolla speculativa edilizia

In questo momento difficile per il nostro Paese stanno emergendo molti elementi di conflitto, latenti da tempo sotto una coltre di benessere, che in parte si è dimostrata precaria. Seppure spesso in forte ritardo, non solo certi personaggi politici, ma anche associazioni di categorie, sindacati e molti cittadini stanno percependo i nodi problematici, le incongruenze e le grandi difficoltà che affliggono il nostro Paese. Per molti anni questa consapevolezza è sovente mancata. Molti degli attuali problemi sono legati al venire meno di un modello di sviluppo ormai non più praticabile, vuoi per le mutate condizioni economiche, vuoi per il fatto che per vari aspetti certi comportamenti non sono più accettati dalla comunità internazionale.

Alleanza Popolare, a suo tempo, aveva più volte contestato certi modelli di sviluppo, segnalando puntualmente i non pochi guai che ci avrebbe portato procedere lungo certe strade. Puntualmente i guai si sono materializzati. Fra questi uno dei più preoccupanti è certamente quella rappresentata dalla crearsi nel nostro Paese di una bolla speculativa edilizia, dagli effetti potenzialmente molto pericolosi.

La bolla speculativa edilizia è partita all’inizio degli anni novanta ed arrivato ad autoalimentarsi fuori da parametri reali di mercato. Il piano regolatore del 1993, normative legislative, certi uffici pubblici, certe lobby politiche ed imprenditoriali, le tante aspettative delle persone, tutto ha contribuito ad inseguire quello che si voleva fare passare come una cornucopia inesauribile, con rendimenti ben al di sopra d’altri investimenti alternativi, talvolta senza andare nemmeno tanto per il sottile sulla provenienza di tante risorse finanziarie da riversare nelle speculazioni edilizie.

Erano visti come marziani e fuori dalla realtà chi (pochi) paventava che un trend di questo tipo non poteva continuare all’infinito, ma sarebbe prima o poi imploso, per di più con un’eredità fatta di un tessuto urbanistico spesso irrazionale ed in molti casi esteticamente brutto e di bassa qualità.

La deflagrazione della vicenda Fincapital ha messo in luce, in maniera impietosa, un intreccio ancora più deleterio per il nostro Paese. Infatti, sta emergendo il coinvolgimento della malavita organizzata in investimenti speculativi, non solo nel comparto edilizio.

Fortunatamente, a differenza di quello che avveniva in precedenza, le autorità sammarinesi preposti al controllo delle dinamiche finanziarie stanno facendo il proprio dovere. In particolare la vigilanza di Banca Centrale sta mettendo in campo controlli e sanzioni reali. Per esempio, con il commissariamento di Fincapital, si è intervenuto per tempo, evitando guai peggiori. Peccato che non si sia intervenuti già negli anni passati, nonostante sia molto tempo che si segnalano situazioni preoccupanti. Vi è ora anche una collaborazione più stretta fra le autorità giudiziarie sammarinesi ed italiane, che talvolta in passato è mancato. La reale dimensione di questa situazione non è, però, ancora definita. Su questo versante occorrerà continuare a monitorare la situazione ed a mettere in campo ogni possibile risorsa per arginare ed isolare questi fenomeni, in piena collaborazione con le autorità italiane. Peccato che rimangono ancora non firmati, non certo per volontà sammarinese, alcuni accordi con l’Italia che potrebbero fornire ulteriori strumenti per intensificare ancora di più la collaborazione con le autorità italiane, sopratutto in campo finanziario.

Più in generale occorrerà cercare strumenti e soluzioni per impedire che le correzioni delle distorsioni e gli inevitabili assestamenti di un settore edilizio sovradimensionato possano determinare conseguenza a catena sull’economia generale, già in forte difficoltà per la crisi internazionale e per i problemi con l’Italia.

Alleanza Popolare