San Marino. Chi ha “prosciugato” le casse dell’Azienda di Stato? In Consiglio la proposta di una Commissione d’inchiesta … di Enrico Lazzari

Come può un azienda che opera in regime di esclusiva, senza cioè alcuna concorrenza, passare da un utile consolidato plurimilionario ad un deficit altrettanto importante? Sembra impossibile… Eppure, sul Titano, questo sembrerebbe essere accaduto. Mi riferisco all’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici che è passata di 50 o 60 milioni di “risparmi” della seconda metà degli anni Duemila, alla situazione attuale che sembra essere tutto meno che florida.

Tanto che il bilancio del 2022 è assestato ad una perdita di esercizio di ben 5.054.000 euro! Come appare lontana la seconda metà degli anni Duemila per l’AASS…

Addirittura, in quegli anni, quando a governare sul Titano c’erano i “mazziniani”, ovvero quella classe politica spazzata via dalle indagini condotte dal Commissario Inquirente Alberto Buriani e che hanno aperto la strada all’affermazione politica di altri personaggi, altri partiti e altre coalizioni, grandi appuntamenti come, per citarne uno, l’Expò, vedevano l’Azienda “sponsorizzare”, “finanziare” almeno parzialmente la partecipazione sammarinese.

L’Azienda di Stato era una risorsa per la Repubblica e, quindi, la sua cittadinanza. Poi, il vento politico è cambiato… E con esso il trend dei bilanci dell’AASS, passando gradualmente ma inesorabilmente da un costante e importante utile di esercizio al -sembrerebbe- dissesto economico odierno, che vedrebbe i cittadini chiamati a risanarlo con le bollette delle utenze. Bollette che, a loro volta, erano super-economiche negli anni 2000 rispetto quelle italiane e che oggi sono sensibilmente più onerose visto il costo dell’energia più alto rispetto i migliori gestori del mercato libero italiano.

Cosa è successo per trasformare un pozzo da cui si estraeva oro in una fangosa pozzanghera “puzzolente”? Perchè e per responsabilità di chi o di cosa si è invertito quel trend positivo? Domande a cui è oggi impossibile -alla luce dei dati e delle notizie disponibili pubblicamente- anche solo ipotizzare una risposta. La più ovvia è, naturalmente, la gestione non oculata… Ma resta una ipotesi essenzialmente logica, priva di ogni riscontro oggettivo se non quello meramente contabile.

Presto, però, anche questa domanda potrebbe trovare risposta. Infatti, come riecheggia da qualche settimana nei “sotterranei” della politica sammarinese, uno o più partiti di maggioranza starebbero definendo nei minimi dettagli la proposta di istituzione di una Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla gestione dell’Azienda di Stato dell’ultimo decennio. La notizia “riecheggia” con così tanta veemenza che si potrebbero addirittura superare i condizionali e sostenere con certezza che l’iniziativa sia in cantiere e che stia raccogliendo consensi in ampia parte della maggioranza.

Ben inteso, almeno questa volta, la tempesta che ne deriverebbe non sembra destinata ad abbattersi sul Segretario di Stato ai Rapporti con L’AASS, Teodoro Lonfernini -o almeno non sul solo Segretario di Stato democristiano-, visto che le basi del dissesto economico hanno radici ben antecedenti alla sua salita al Ministero competente. Le responsabilità politiche maggiori, infatti, sembrano ricadere in coloro che hanno guidato la Segreteria di Stato competente dal 2012 al 2019 mentre quelle gestionali in coloro che hanno guidato l’Azienda nello stesso periodo. Ovviamente, come spiegato, non per elementi oggettivi che possano avvalorare una loro mala-gestione, ma per la semplice coincidenza temporale con l’inversione del trend positivo della fine degli anni Duemila.

Dunque, nella prossima sessione del Consiglio Grande e Generale con tutta probabilità apparirà un ordine del giorno mirato ad impegnare i Sessanta a istituire una vera e propria Commissione di indagine capace di far luce sui motivi e sugli eventuali responsabili del dissesto economico in cui verserebbe oggi l’Azienda di Stato, che i cittadini sammarinesi sembrano essere stati chiamati a risanare pagando bollette energetiche più care di quelle dei vicini italiani.

Non resta che attendere… E valutare quali partiti appoggeranno questa iniziativa di chiarezza e trasparenza e quali, invece, faranno di tutto per affossarla. Un primo eloquente indizio sugli eventuali responsabili potrebbe arrivare già dalla votazione dell’odg sulla Comissione di Inchiesta.

Enrico Lazzari

 

Enrico Lazzari