Emiliano Volpe chiede il patteggiamento. Lo studente romano ha ammesso l’accusa di istigazione o aiuto al suicidio per la morte del 19enne di Lanciano Andrea Prospero e ha chiesto al tribunale di Perugia di patteggiare. Uno sviluppo che la famiglia della vittima non ha preso positivamente.
«Non ci sarebbe riparazione sociale né riequilibrio del dolore delle persone offese. Due anni e mezzo, da scontare con lavori di pubblica utilità, non sarebbe una pena né congrua né giusta», le parole rese dal legale della famiglia Prospero, Francesco Mangano. L’udienza davanti al gip è prevista il 23 ottobre prossimo.
Secondo quanto riporta Repubblica, Volpe avrebbe già ottenuto il patteggiamento, evitando il processo immediato.
La vicenda di Andrea Prospero
Lo studente universitario abruzzese, iscritto all’Università di Perugia, morì suicida nel capoluogo umbro nel gennaio scorso in un B&B.
A marzo fu arrestato Volpe, 18enne romano che Andrea conosceva solo via web con il nickname: in base alle indagini, l’abruzzese gli aveva chiesto in chat consigli su un mezzo indolore per suicidarsi, il diciottenne lo avrebbe incitato e incoraggiato a farlo mediante ingestione di farmaci che Prospero poi acquistò.
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