Flotilla per Gaza, tensioni su più fronti: Spagna invia nave militare, Italia divisa sulla missione umanitaria. FdI: “Chi finanzia la missione, Hamas?”

La crisi in Medio Oriente continua a monopolizzare l’agenda internazionale e le discussioni politiche italiane. Dopo gli scontri verbali e le prese di posizione a New York durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il nodo centrale resta quello dei convogli umanitari diretti a Gaza, la cosiddetta Global Sumud Flotilla, con imbarcazioni provenienti da 44 Paesi, Italia compresa.

A handout image of the boat named Ahed Tamimi sailing in the waters off the island of Crete, which is to join the Global Sumud Flotilla that has come under drone attack while trying to deliver aid to Gaza and break Israel’s naval blockade, as seen from the boat Vangelis Pissias, September 25, 2025. March To Gaza Greece/Handout via REUTERS THIS IMAGE HAS BEEN SUPPLIED BY A THIRD PARTY

All’alba di ieri la Spagna ha inviato dalla base navale di Cartagena il pattugliatore militare Furor, incaricato di assistere le navi cariche di aiuti. Fonti ufficiali precisano che la missione sarà esclusivamente di salvataggio e soccorso: nessuna possibilità di respingere eventuali azioni israeliane, ma una presenza dedicata a supporto e deterrenza, mantenendosi a distanza di sicurezza.

Anche Roma ha rafforzato la protezione dei connazionali: il ministro della Difesa Guido Crosetto ha disposto l’invio della fregata Fasan e posto in allerta la nave Alpino. Lo stesso Crosetto ha avvertito che “in acque israeliane non possiamo garantire la sicurezza”, ponendo l’accento sui limiti operativi.

La premier Giorgia Meloni ha manifestato scetticismo verso la spedizione, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la linea della prudenza. Secondo lui, tentare di forzare il blocco navale imposto da Israele metterebbe a rischio sia gli attivisti sia i militari italiani impegnati in attività di protezione civile. Tajani ha inoltre aperto uno spiraglio sul riconoscimento della Palestina, precisando però che potrà avvenire solo dopo l’uscita di Hamas da Gaza e la liberazione degli ostaggi.

Il dibattito si intreccia con le accuse lanciate da Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), che ha sollevato sospetti su possibili finanziamenti della Flotilla da parte di Hamas. Dalla maggioranza arrivano richieste di chiarezza, mentre dall’opposizione le posizioni divergono: per Ettore Rosato (Azione) la diplomazia italiana si sta muovendo correttamente, ma per Marco Furfaro (PD) il governo non può subordinare il riconoscimento dello Stato di Palestina a condizioni politiche.

Gli attivisti della Flotilla, intanto, hanno respinto la proposta di Roma di far transitare gli aiuti attraverso Cipro, ribadendo l’intenzione di rompere direttamente l’assedio di Gaza. Sul fronte opposto, il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha difeso la missione umanitaria, descrivendo i partecipanti come “persone pacifiche, prive di intenti ostili”.

Il braccio di ferro attorno alla Flotilla si conferma così non solo una questione umanitaria, ma anche un delicato banco di prova per le relazioni internazionali e per gli equilibri all’interno del governo italiano.