San Marino. FMI, fari sulla Riforma IGR: “Pilastro imprescindibili per garantire il consolidamento fiscale e l’allineamento agli standard europei”

La riforma dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IGR) torna al centro dell’agenda politica ed economica della Repubblica di San Marino. Nella Dichiarazione Conclusiva dello Staff del FMI – pubblicata ieri al termine della missione annuale ai sensi dell’Articolo IV – il tema è stato indicato come uno dei pilastri imprescindibili per garantire il consolidamento fiscale e l’allineamento agli standard europei.

Il richiamo degli esperti di Washington arriva in un clima già incandescente sul Titano: appena martedì scorso si è infatti consumato un sciopero generale convocato dalle sigle sindacali contro la riforma, con cortei e mobilitazioni che hanno segnalato il crescente malcontento sociale rispetto alle misure allo studio. Sullo sfondo, il confronto serrato e spesso teso tra Governo e rappresentanze dei lavoratori, con accuse di mancanza di dialogo da un lato e rivendicazioni di responsabilità istituzionale dall’altro.

La posizione del FMI

La missione del Fondo è stata esplicita: «Le elevate spese deducibili, compresi gli incentivi legati alla San Marino Card (SMaC), determinano aliquote effettive dell’imposta sul reddito inferiori agli standard internazionali. La riforma proposta amplia la base imponibile e migliora l’amministrazione fiscale». In altre parole, il sistema attuale garantisce troppe deduzioni e sgravi, con il risultato di comprimere il gettito e generare distorsioni a favore delle fasce di reddito più elevate.

Per correggere questa stortura, lo Staff FMI raccomanda di ridurre le deduzioni e spostare il peso sul meccanismo dei crediti d’imposta, considerati più trasparenti e progressivi. L’obiettivo non è un mero aumento della pressione fiscale, ma un riequilibrio che renda il sistema più equo e sostenibile, in linea con gli impegni europei.

Lo scontro politico e sociale

Il richiamo del FMI arriva a ridosso di un passaggio politico e sociale delicatissimo. Martedì lo sciopero generale ha visto scendere in piazza centinaia di lavoratori, con sindacati compatti nel contestare l’impianto della riforma. Motivo del contendere, secondo le organizzazioni sindacali, non è solo la riduzione delle deduzioni ma la percezione che l’intervento finisca per penalizzare il ceto medio a fronte di benefici incerti sul gettito complessivo.

 

Il Governo difende la riforma come condizione necessaria per mantenere credibilità internazionale, soprattutto in vista del rinnovo dell’Eurobond 2026 e della progressiva integrazione con l’Unione europea attraverso l’Accordo di Associazione. Per l’esecutivo, l’armonizzazione dell’IGR – insieme all’introduzione di un’IVA semplice e all’efficientamento della spesa pubblica – rappresenta un passaggio cruciale per garantire la sostenibilità del debito pubblico, oggi al 62,8% del PIL.

Un nodo strategico per il bilancio

L’intervento sull’IGR è parte del pacchetto minimi raccomandato dal FMI per rafforzare la posizione fiscale di San Marino con uno sforzo aggiuntivo pari a circa lo 0,8% del PIL nei prossimi due anni. In assenza di un aggiustamento, lo scenario rischia di complicarsi: le pressioni sulla spesa pubblica cresceranno nel 2025 per effetto di assunzioni e trasferimenti, mentre la ridotta base imponibile potrebbe vanificare i progressi realizzati negli ultimi anni sul fronte del debito.

Prospettive

In un contesto di rallentamento globale e di forte esposizione ai rischi esterni, il messaggio del FMI è netto: senza riforma dell’IGR e senza razionalizzazione del quadro fiscale, San Marino rischia di compromettere la credibilità conquistata.
Lo scontro politico con i sindacati e le piazze resta però un segnale di fragilità interna. La sfida per il Governo è ora duplice: gestire il consenso sociale e, al tempo stesso, dare risposte convincenti agli investitori internazionali e alle istituzioni multilaterali.