Una nuova ondata di accertamenti e di sospetti ha riportato al centro dell’attenzione pubblica il delitto di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella villetta di via Pascoli la notte del 13 agosto 2007. Negli ultimi giorni la vicenda ha registrato sviluppi importanti: perquisizioni delegate dalla procura di Brescia, il riemergere di un profilo genetico maschile da confrontare, la richiesta — accolta dal gip — di una proroga per i periti che lavorano sull’incidente probatorio e la notizia di indagini istruttorie che coinvolgono ex magistrati e investigatori.
Le perquisizioni e gli sviluppi procedurali
Secondo le ricostruzioni giornalistiche, di recente sono state eseguite perquisizioni che hanno riguardato più soggetti collegati alla vicenda: tra questi l’abitazione dell’ex pm titolare in passato di fascicoli sul caso e alcune persone indicate come coinvolte nelle nuove tracce investigative. Gli accertamenti sono stati svolti su delega della procura di Brescia e condotti da militari della Guardia di Finanza di Pavia, con l’obiettivo di acquisire documenti e materiali utili alle analisi in corso.
Il Dna sulle unghie: «valido» e destinato al confronto
Il punto di maggiore attenzione riguarda un profilo genetico maschile rinvenuto sul materiale biologico collegato alla vittima, in particolare su tracce repertate dalle unghie di Chiara Poggi. Fonti giornalistiche riferiscono che il Dna individuato sarebbe ritenuto «valido» dai genetisti coinvolti e che si procederà al confronto con i profili di persone già indagate nell’ambito della nuova inchiesta — tra cui Andrea Sempio — oltre che con altri soggetti emersi nelle attività investigative. Il genetista Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, ha dichiarato che «faremo tutti gli eventuali confronti».
Proroga dei periti: altri 70 giorni per l’incidente probatorio
La giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli ha accolto la richiesta di proroga avanzata dai periti nominati nell’incidente probatorio — in particolare dalla genetista e dall’esperto dattiloscopico — concedendo altri 70 giorni per completare gli accertamenti. La decisione mira a garantire tempo sufficiente per esami comparativi approfonditi, anche alla luce di tecniche genetiche che possono richiedere tempi lunghi e verifiche supplementari.
Le ripercussioni giudiziarie e politiche: indagini “tra loro”
Non si tratta solo di analisi di laboratorio: la vicenda ha preso una piega che coinvolge figure della precedente gestione del caso. Per esempio, è emersa la notizia di un’indagine che vede coinvolto l’ex procuratore (sul quale sarebbero state svolte perquisizioni) in ipotesi di corruzione in atti giudiziari, circostanza che ha riacceso il dibattito sull’operato di chi in passato ha indagato sul delitto. Alcuni commentatori parlano di «indagini che si indagano tra loro», con conseguente inasprimento dei contrasti anche dentro gli uffici giudiziari.
Le reazioni delle parti coinvolte
La famiglia Poggi ha più volte espresso stanchezza e amarezza per la continua riapertura di scenari mediatici e investigativi: «Siamo esausti, oltre lo sfinimento», è il senso delle dichiarazioni riportate dopo alcuni degli ultimi sviluppi. Dall’altro lato, i difensori di Andrea Sempio e di altri soggetti toccati dalle indagini hanno respinto con forza accuse e insinuazioni, sostenendo la necessità di valutazioni rigorose e il rispetto delle garanzie processuali. Anche l’ex pm coinvolto ha definito «amara» la vicenda delle contestazioni mosse nei suoi confronti, rivendicando la correttezza del proprio operato.
Che cosa potrà cambiare nella ricostruzione del fatto
Se il confronto del Dna sulle unghie dovesse restituire corrispondenze significative con profili di persone attualmente sotto indagine, si tratterebbe di un elemento probatorio di grande peso. Tuttavia gli esperti interpellati — e i periti stessi — sottolineano la necessità di cautela: le tracce genetiche vanno interpretate nel contesto della scena del crimine e dell’intera catena di conservazione dei materiali. In passato la vicenda Garlasco è stata segnata da analisi e perizie contrastanti; anche per questo la procura ha scelto di estendere i termini e approfondire ogni riscontro disponibile.
Il calendario e i prossimi passaggi
Nei prossimi 70 giorni i periti dovranno completare gli esami e depositare relazioni che saranno acquisite negli atti. Sulla base dei risultati la procura potrà decidere se chiedere atti ulteriori, procedere con nuovi provvedimenti o archiviare ipotesi investigative. La possibile richiesta di revisione del processo da parte di difese già condannate in passato è un’altra carta che alcuni osservatori danno per probabile, qualora emergessero elementi in grado di mettere in discussione la sentenza definitiva.
Il caso Garlasco è tornato a vivere una fase di intensa attività investigativa: tecnologie genetiche nuove, dossier che vengono riaperti e il contesto di tensione tra procura, periti e soggetti coinvolti rendono la situazione fluida. La verità giudiziaria, già travagliata in questi diciotto anni, resta appesa agli esiti delle analisi tecniche e all’accuratezza delle indagini; nei prossimi mesi si capirà se quanto emerso finora porterà a conferme decisive o alimenterà ulteriori controversie processuali.