Cronaca. Flotilla per Gaza: rischi elevati e allerta italiana, reporter lascia la missione: “Lo scopo non era questo… Ora è troppo pericoloso!”

La Global Sumud Flotilla, convoglio internazionale diretto a Gaza per consegnare aiuti umanitari, naviga in un contesto sempre più complesso e rischioso. Dopo alcuni giorni di sosta in acque greche per riparazioni, il convoglio ha ripreso la rotta verso la Striscia, sfidando il blocco navale imposto da Israele.

Tuttavia, i pericoli operativi, gli attacchi documentati da droni e le divergenze tra i partecipanti rendono la missione critica. Le istituzioni italiane hanno più volte sottolineato la necessità di cautela, offrendosi come mediazione per garantire la sicurezza degli aiuti e dei volontari.

Reporter e volontari che hanno lasciato la missione

Alcuni giornalisti e partecipanti italiani hanno deciso di ritirarsi, evidenziando come le condizioni operative fossero più rischiose del previsto. Tra loro, Niccolò Celesti, fotoreporter fiorentino: «I rischi sono alti e reali. Oltre all’arresto, potrebbe scapparci il morto; la situazione potrebbe sfuggire di mano. Senza contare il caos che potrebbe scaturire, nel caso riuscissero a rompere il blocco navale, durante le fasi di distribuzione degli aiuti.»
«C’è stato un errore di comunicazione: tutti vogliamo raggiungere lo stesso risultato, ma con modalità diverse; per questo ho deciso di fare un passo indietro.»

Carlo Moroni ha aggiunto: «Sono sceso dalla Flotilla perché sono per la trattativa, ma la nostra causa è giusta.» E Ivan Grozny, giornalista a bordo, ha spiegato: «Alcuni hanno voluto proseguire a tutti i costi; altri hanno scelto di fermarsi per garantire la sicurezza dei partecipanti, senza rinunciare però all’obiettivo della missione.»

Presunti attacchi e pericoli in mare

La missione ha subito attacchi documentati, tra cui esplosioni notturne, lancio di flares e sostanze irritanti. Le radio delle navi sono state hackerate con trasmissioni continue, definite dagli attivisti “guerra psicologica”. Nonostante i danni materiali, non si sono registrate vittime gravi.

Questi episodi hanno aumentato la percezione di rischio tra i partecipanti, confermando le preoccupazioni sollevate dalle autorità italiane sulle condizioni operative.

La posizione italiana: prudenza e razionalità

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ribadito con chiarezza i rischi della spedizione: «L’obiettivo dichiarato della Flotilla è aiutare il popolo di Gaza, ma è fondamentale che questo impegno non si traduca in atti che non porterebbero alcun risultato concreto, ma che al contrario rischierebbero di avere effetti drammatici con rischi elevati ed irrazionali. Qualora la Sumud Flotilla decidesse di intraprendere azioni per forzare un blocco navale si esporrebbe a pericoli elevatissimi e non gestibili.»

Il governo italiano ha proposto soluzioni alternative, tra cui lo scarico degli aiuti a Cipro e il loro trasferimento tramite il Patriarcato Latino di Gerusalemme, garantendo la consegna a Gaza. L’offerta, volta a ridurre il rischio per i volontari, è stata rifiutata dai coordinatori della Flotilla.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lodato il valore simbolico della missione, invitando tuttavia alla prudenza, sottolineando l’importanza di non esporre cittadini a rischi elevati e non controllabili.

Scenari e implicazioni

  • Arrivo diretto a Gaza: un successo operativo, ma con rischio concreto di incidenti o intervento militare israeliano.

  • Intercettazione controllata: più probabile, con ispezioni o deviazioni forzate senza scontri aperti, generando pressione simbolica internazionale.

  • Mediazione parziale: accettare in parte la via diplomatica (Cipro ? Patriarcato) ridurrebbe i rischi, pur mantenendo la portata politica della missione.

  • Fallimento operativo: danni alle imbarcazioni, intimidazioni o pressioni esterne potrebbero obbligare la Flotilla a ritirarsi.

Analisi

La missione evidenzia il contrasto tra idealismo dei partecipanti e la gestione razionale del rischio da parte delle istituzioni. L’Italia ha adottato una posizione equilibrata, combinando sostegno umanitario e tutela della sicurezza dei cittadini, offrendo mediazioni concrete per ridurre il pericolo.

Le testimonianze dei reporter che si sono ritirati confermano che, anche tra i volontari, esistono valutazioni diverse sul livello di rischio accettabile.

La Flotilla verso Gaza rimane un caso complesso: ogni decisione ha implicazioni politiche, diplomatiche e simboliche. Gli avvertimenti del governo italiano e la cautela indicata da Crosetto rappresentano un approccio razionale, volto a proteggere vite e a ridurre rischi non controllabili, pur senza negare la portata umanitaria della missione.