San Marino. Ortaggi e verdure a chilometro zero: fanno bene alla natura, alla salute e alla comunità. Riparte il progetto degli “orti sociali” con bando di concorso del Territorio

Gli orti sociali sono appezzamenti di terreno concessi ai cittadini per coltivare ortaggi, fiori e piante aromatiche, promuovendo al contempo socializzazione, attività ricreativa e riqualificazione ambientale, fornendo un’opportunità di integrazione e educazione. “È anche una forma di amore e attaccamento alla nostra terra” spiega il Segretario al Territorio Matteo Ciacci in una conferenza stampa appositamente convocata per comunicare la pubblicazione del nuovo bando di concorso per assegnare queste porzioni di terreno ai cittadini interessati. Nel dettaglio entra Giuliana Barulli, direttrice UGRAA

Si tratta di 18 appezzamenti, di 50 metri quadri ciascuno, nella zona di Falciano. Verranno assegnati per tre anni a chi non ha un terreno suo da coltivare, 25 euro di affitto annuo. Possono fare richiesta tutti i cittadini residenti maggiori di 18 anni. La scadenza, il 30 ottobre prossimo.  A quel punto verrà stilata una classifica che prenderà in considerazione anche il reddito dei richiedenti: maggiore sarà il reddito, minore sarà il punteggio assegnato. Questo a sottolineare anche la valenza economica della self made production, buon antidoto contro il caro prezzi del reparto verdure dei centri commerciali. Senza contare la bontà e la soddisfazione di mangiare cose naturali.

La partecipazione al bando di concorso è molto facile. Basta scaricare il modulo dal sito gov.sm e rispondere alle richieste di autocertificazione e inserendo la documentazione richiesta. In ogni caso, presso gli uffici UGRAA sarà a disposizione per qualsiasi aiuto o chiarimento l’esperta Alessandra Lelli, la stessa che ha provveduto alla riqualificazione dell’area e a renderla idonea alla realizzazione del progetto, di cui è responsabile. 

La speranza di tutti è di ottenere il medesimo successo guadagnato dallo stesso progetto avviato tre anni fa con venti appezzamenti assegnati, sempre a Falciano. Il sito è carente di acqua nei mesi estivi, unico vero problema, a cui i cittadini hanno provveduto autonomamente con cisterne di raccolta di acqua piovana, oppure privilegiando colture autunnali e invernali. 

Il Segretario Ciacci non nasconde la sua soddisfazione: “In questo primo anno di politica territoriale abbiamo affrontato e risolto molti problemi: dalle questioni abitative ai cantonieri, allo sblocco dei terreni, a quella miriade di piccoli lavori che andavano sempre a finire nel dimenticatoio”. È una politica step by step (passo dopo passo) ma sempre vicina alle esigenze dei cittadini. E questo fa la differenza. “Tra l’altro – aggiunge – abbiamo visto nascere nuovi giovani agricoltori, che già stanno offrendo valore aggiunto a tutto il settore e stanno facendo crescere nuove sensibilità. Abbiamo da poco consegnato i diplomi per il corso di formazione sul turismo rurale, dando la possibilità alle nuove e alle vecchie aziende di aggiungere ulteriori possibilità di mercato”. 

Riguardo agli orti sociali, la valenza è plurima perché la diffusione di aree coltivate vicino ad aree urbanizzate genera benefici in diversi ambiti: aiutano a combattere la speculazione edilizia e il degrado attraverso la riqualificazione di terreni abbandonati. Il ritorno alla terra è benefico anche per la salute dei cittadini che passano molto più tempo all’aria aperta, svolgendo attività fisica e contribuendo in prima persona a rendere i luoghi più ecologici e vivibili. L’aumento di aree verdi urbane migliora la qualità dell’aria e riduce le emissioni perché le piante assorbono l’anidride carbonica presente in atmosfera. Permettono anche di migliorare la sostenibilità della catena alimentare: la biodiversità agricola è maggiormente tutelata e, accedere direttamente all’orto, permette di mangiare in modo più sano e genuino. Secondo le stime di uffici specializzati, circa 10-20 metri quadrati di terreno possono produrre la quantità di verdura sufficiente ad una persona per un anno. Anche gli scarti alimentari dell’orto possono essere valorizzati e usati come fertilizzante naturale. Si tratta insomma di un approccio di gestione circolare che permette di ridurre la produzione di rifiuti e ottimizzare l’utilizzo delle risorse.  

Ai benefici economici e ambientali si aggiungono quelli sociali: coltivare uno spazio insieme ad altri cittadini consente di creare aggregazione, contrastare l’esclusione sociale e vincere la solitudine che spesso ci si ritrova a vivere negli agglomerati urbani, un vero e proprio strumento di sviluppo sostenibile.  Se poi si ha la fortuna di portare nell’orto figli o nipoti, si ha la sicurezza di trasmettere valori e passioni che non si cancelleranno mai.