San Marino. Serravalle celebra Dante tra cultura, memoria e convivialità: inaugurato il Cippo Dantesco, successo per “DivinGusto” e per la lectio sulla speranza nella Divina Commedia

È stata una giornata intensa, partecipata e ricca di significato quella di venerdì 26 settembre, quando la comunità di Serravalle si è ritrovata per celebrare Dante Alighieri in un’iniziativa che ha saputo coniugare cultura, riflessione, teatro e buon cibo. 

L’evento, articolato in più momenti, ha avuto come filo conduttore il tema della speranza, perfettamente in linea con il messaggio del Giubileo 2025.

Il cuore della manifestazione è stato il Parco Dante Alighieri, inaugurato nel 2021 in occasione del 700° anniversario della morte del Sommo Poeta, in un luogo tutt’altro che casuale: Serravalle è infatti la terra natale di Giovanni Bertoldi, il frate francescano che nel 1416 curò la prima traduzione latina integrale della Divina Commedia, contribuendo a diffonderne il messaggio ben oltre i confini linguistici e geografici del suo tempo. Proprio qui si è tenuta l’attesa inaugurazione del Cippo Dantesco, un leggio di modernissimo design che sostiene la riproduzione in ceramica della Divina Commedia Gradenighiana, prestigiosa edizione illustrata, conservata presso la Biblioteca Gambalunga di Rimini, il cui facsimile era stato donato alla Giunta di Castello di Serravalle dall’Ambasciata d’Italia tramite la Società IMAGO.

Con questo gesto simbolico, la Giunta ha voluto mantenere fede all’impegno di rendere accessibile e condivisibile quel dono, installando un supporto permanente che permette, attraverso un QR code, di esplorare i contenuti e il valore artistico dell’opera. Un progetto pensato fin dall’origine come elemento centrale del parco e che oggi trova finalmente realizzazione.

“Ci auguriamo che questo leggio non sia solo un omaggio a Dante, ma anche uno stimolo per riportare l’attenzione sulla migliore sistemazione del Parco e sul significato culturale che rappresenta per la nostra comunità” – ha dichiarato durante la cerimonia il Capitano di Castello, dott. Roberto Ercolani, a nome dell’intera Giunta di Serravalle. In rappresentanza dell’Associazione Sammarinese Dante Alighieri erano presenti il presidente, ing. Franco Capicchioni, e la prof.ssa Valeria Martini.

Dopo l’inaugurazione del Cippo Dantesco, disvelato dal funzionario Vicario dell’Ambasciata d’Italia a San Marino Oreste Rosati, la serata è proseguita in modo vivace e partecipato con lo spettacolo teatrale “Dante ai giorni d’oggi”, una brillante micro-commedia firmata e interpretata da Mauro Granaroli ed Ettore Pazzini. Con umorismo e intelligenza, i due autori hanno reinterpretato in chiave contemporanea alcune delle grandi tematiche dantesche, offrendo al pubblico spunti di riflessione in un linguaggio accessibile e coinvolgente.

Ma il momento più atteso della serata è stato senza dubbio “DivinGusto 2025 – La Speranza nella Divina Commedia”, tenutosi presso la Trattoria La Gara, dove cultura e gastronomia si sono fuse in un’esperienza originale e apprezzatissima. Tra una portata e l’altra, accompagnate dai vini della Cantina Fiammetta di Montecolombo, gli ospiti hanno potuto seguire la coinvolgente lectio magistralis della prof.ssa Meris Monti, che ha guidato il pubblico in un viaggio attraverso i tre regni della Commedia, esplorando il significato e l’evoluzione della speranza nell’opera dantesca.

Partendo dall’Inferno, la Prof.ssa Monti ha analizzato i celebri versi del Canto III Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate per mettere in luce come la dannazione consista proprio nella negazione assoluta della speranza, perché la scelta del male compiuta in vita diventa ora una condizione eterna di sofferenza e immobilità.

Nel Purgatorio, al contrario, la speranza si fa forza motrice del cammino: le anime attendono, pur soffrendo, la beatitudine futura. La speranza è qui sostenuta da un percorso di cambiamento che consolida in loro la scoperta della convenienza del bene e la certezza di raggiungere la redenzione e la pienezza della propria umanità.

Nel Paradiso, infine, si compie la piena sublimazione della speranza come dimensione che conforta la vita terrena e concorre alla beatitudine eterna, come descritto nel Canto XXV, nel celebre incontro tra Dante e l’Apostolo Giacomo, custode di questa virtù teologale:
Spene, diss’ io, è uno attender certo
de la gloria futura, il qual produce
grazia divina e precedente merto
(Paradiso, XXV, vv. 67-69)

La lettura è stata accompagnata da citazioni, commenti e riferimenti teologici e letterari che hanno saputo rendere accessibile anche al pubblico non specialistico la profondità del messaggio dantesco.

Ufficio Stampa

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