Cronaca. Cassa di Risparmio, processo sul bilancio 2016: disposto un “supplemento di perizia” tecnica, sentito Trombone

Nuova udienza ieri, martedì 30 settembre 2025, per il processo legato al bilancio 2016 della Cassa di Risparmio di San Marino, chiuso con un passivo record da 534 milioni di euro. In aula si sono presentati tre dei quattro imputati – l’ex presidente Nicolino Romito e gli ex consiglieri Giuliana Michela Cartanese e Massimo Cotella – accusati di amministrazione infedele o, in subordine, di truffa aggravata ai danni dello Stato. Assente l’altro imputato, Luigi Borri.

Il giudice Vico Valentini ha disposto un nuovo approfondimento tecnico affidando l’incarico a Monica Leardini, presidente dell’Ordine dei Commercialisti. La professionista dovrà valutare se il bilancio del 2016 sia stato realizzato secondo le norme vigenti all’epoca e analizzare nel dettaglio l’impatto dell’operazione che riguardò i crediti deteriorati del pacchetto “Arcade”, ceduti al fondo Cerberus per 165 milioni rispetto a un valore iniziale di oltre 2 miliardi.

Questa nuova perizia, che si aggiunge a quella già presentata durante le indagini preliminari, servirà a chiarire eventuali irregolarità nella rappresentazione contabile. Inoltre, su richiesta della parte civile Carisp, la consulente dovrà stimare le conseguenze di quel bilancio “choc” sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della banca, elemento ritenuto cruciale per comprendere la successiva crisi dell’istituto. Il termine previsto per la consegna dell’elaborato è di 90 giorni, con presentazione dei risultati fissata per il 26 gennaio.

Nel corso dell’udienza è stato ascoltato come testimone Domenico Trombone, già presidente e attuale liquidatore della Società di Gestione Crediti Delta. Trombone ha ricordato che, dopo l’archiviazione disposta a marzo nei confronti degli imputati del processo Varano, alcuni soci hanno intrapreso azioni finalizzate al recupero di circa 60 milioni di euro di sanzioni, cifre che potrebbero rientrare nelle casse della banca. Minori speranze, invece, per il recupero di circa 200 milioni di crediti fiscali, visto che ci sono già pronunce sfavorevoli in primo e secondo grado, sebbene resti aperta la strada del ricorso in Cassazione.

Il procedimento prosegue dunque con un capitolo decisivo, che potrebbe far luce su una delle vicende più delicate e controverse della finanza sammarinese recente.