San Marino. Il mondo dei sogni europei di Maros Sefcovic … di Marco Severini, direttore GiornaleSM

Il discorso del Commissario europeo Maros Sefcovic, pronunciato oggi,  1° ottobre a San Marino in occasione dell’insediamento dei Capitani Reggenti, ha il sapore dei grandi proclami europeisti ma nulla di più: tanta retorica, tanta enfasi sull’unità e sulle “quattro libertà fondamentali”, ma pochissima attenzione alle specificità concrete della nostra Repubblica e ai dubbi più volte sollevati sulla reale portata dell’Accordo di Associazione.

Nulla di più, nonostante le aspettative.

Sefcovic ha sottolineato che l’Accordo permetterà alle imprese sammarinesi di accedere al mercato unico con le imprese europee.

Quello che si è dimenticato di dire, però, è che anche le imprese europee potranno venire sul nostro mercato! Con effetti devastanti: manodopera a basso costo, concorrenza spietata in tutti i settori economici, titolari delle grandi aziende che si fregano le mani. Anche tu che stai leggendo queste righe, preparati: i tuoi guadagni saranno messi in discussione quando dovrai spartire il piccolo mercato sammarinese con la concorrenza d’oltreconfine. Poi, magari, ti ricorderai delle mie parole e della faccia di Beccari, che si sta trasformando sempre più in un Romano Prodi in miniatura.

Un’affermazione quella del Commissario europeo che, a prima vista, sembra banale ma dietro a questa formula si nasconde il nodo centrale. Quello che ha detto significa che dovremo accettare l’intero corpus normativo dell’Unione Europea, oltre 7.000 norme, senza possibilità di incidere sul suo contenuto.

In altre parole, San Marino dovrebbe adattarsi, subire e applicare regolamenti e direttive concepiti per economie ben diverse, senza avere voce in capitolo. Ma questo Sefcovic non lo dice, anzi parla del mondo dei sogni! Della fiaba europea! 

Il Commissario parla di disposizioni transitorie e di esenzioni nei settori “non attivi”.
Ma sappiamo bene che la prassi comunitaria porta progressivamente all’allargamento degli obblighi e che i margini di deroga sono limitati e temporanei.
Solo temporanei! Ed una volta associati si può fare ben poco.

Io non mi fido! Per niente! 

Un Paese di 34.000 abitanti rischia così di essere ingabbiato in un apparato normativo pensato per 450 milioni di consumatori, con costi di adeguamento sproporzionati e senza possibilità di contrattazione reale.
Forse che i 20 milioni della Riforma dell’IGR di Gatti, che ha fatto così tanto infuriare i lavoratori e sindacati, servano per questo: per pagare l’adeguamento normativo alla Ue e pagare trasferte, uffici e professionisti che lavoreranno alacremente per l’accordo di associazione EU? Quante persone dovremo assumere? E chi pagherà tutto questo?

Quando Sefcovic insiste sul fatto che l’Accordo di Associazione “rispetta pienamente la sovranità di San Marino”, dimentica volutamente, o forse non sa, che la sovranità non è compatibile con l’assoggettamento preventivo al diritto comunitario.
La stessa Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, CEDU, in più pronunce, ha ammonito gli Stati contro il pericolo della confusione giuridica e della violazione del principio di certezza del diritto.

L’Accordo di Associazione, così come prospettato, rischia proprio questo: rendere incerti i confini fra la nostra legislazione e quella europea, togliendo al cittadino sammarinese la garanzia di sapere chi decide davvero sulle norme che regolano la sua vita quotidiana.

Pazzesco! E magari …  Clamoroso! come talvolta uso scrivere.

E qui torna in gioco quanto già emerso a San Marino: le sentenze del Collegio Garante del 2010 e la più recente n. 5/2025 hanno dimostrato che i nostri organi di garanzia non possono emettere pronunce difformi dai precedenti senza violare la propria normativa e quella CEDU. Il fatto che si proceda con interpretazioni contraddittorie e con tempistiche non rispettose della legge (sentenze depositate oltre i termini previsti) mostra una fragilità interna che Bruxelles sembra per ora ignorare, preferendo concentrarsi sulla narrazione edulcorata dell’“associazione europea”.

Sefcovic ha evocato Altiero Spinelli ed il mito dell’Europa come “unione di popoli”. Ma qui si tratta di altro: di un Accordo tecnico-giuridico, fatto in tempo di guerra, che vincola San Marino ad applicare norme comunitarie con un meccanismo di “adozione dinamica” che ci impedisce persino di dire no.

Lo sa Beccari? Si è letto l’accordo di associazione? Non è un’unione di popoli, è una cessione di competenze. Una cessione totale di Sovranità.

La Commissione Europea promette opportunità per i giovani, mobilità, studio, lavoro. Tutte cose che i sammarinesi già oggi possono fare grazie agli accordi bilaterali con l’Italia/Europa e ai visti Schengen.

Ne abbiamo già parlato diverse volte. Presentarle come una conquista dell’Accordo è una forzatura, se non una vera e propria illusione vuota.

E infine, l’aspetto più grave: l’assenza totale di coinvolgimento popolare.

L’Accordo viene presentato come inevitabile, come se la Repubblica non potesse scegliere.
Ma San Marino ha una lunga tradizione di democrazia diretta. I referendum non sono un optional, sono uno strumento costituzionale garantito: il nostro bene primario dopo la nostra aria e la nostra sovranità! 

Solo questo governo se n’è dimenticato! Come mai?

Infatti, quando i cittadini hanno provato a chiedere un referendum sull’Associazione, il Collegio Garante ne ha dichiarato l’inammissibilità, con motivazioni che molti giuristi hanno giudicato contraddittorie!
È questo il rispetto della volontà popolare? A parole, solo a parole. I fatti sono diversi. Vero Beccari?

Il Commissario poi ha parlato di “famiglia europea”. Ma una vera famiglia si fonda sulla parità e sul rispetto reciproco, non sull’imposizione unilaterale.
Per San Marino, la vera sfida non è rincorrere un’illusione di integrazione, ma difendere la propria sovranità, garantire certezza del diritto, rafforzare i propri strumenti democratici e scegliere con lucidità quali accordi economici stipulare e quali no. Importantissimo!

Acquisirli tutti ciecamente è’ pura follia! 

L’Accordo di Associazione non è la “pietra miliare” di cui parla Sefcovic ma la PIETRA TOMBALE DELLA REPUBBLICA! Un rischio esistenziale per l’indipendenza del nostro paese.

Fateci votare! Poi vediamo cosa pensano i cittadini! Ma non avete coraggio!
Fate decidere la gente invece di nascondere vergognosamente pezzi di trattato (vedi l’Addendum di cui nessuno conosce il testo, tranne Beccari ed i funzionari di Bankitalia).

Non nascondetevi! Non abbiate paura! Siate uomini!

Infine, del discorso di presentazione dell’oratore del Segretario Beccari preferisco non parlare: talmente banale e puerile da non meritare commento e non perdere tempo. O forse, come ama ripetere lui stesso, siamo noi a non riuscire a capirlo…

Festeggiate, siate contenti di come state per distruggere irreversibilmente la gloriosa Repubblica di San Marino.

Stimatevi! Ma non è finita qui!
Prima o poi il popolo sammarinese potrà esprimersi liberamente! E guai a chi ha svenduto la Repubblica per un piatto di lenticchie marce!

Arriverà quel tempo prima o poi. Stetene certi!

Marco Severini – direttore GiornaleSM