Rimini, il caso della giovane bengalese costretta a nozze combinate scuote la politica: unità trasversale e “tolleranza zero”

La vicenda della ragazza bengalese sequestrata e picchiata dai genitori per obbligarla a un matrimonio combinato ha provocato una forte reazione politica a livello nazionale. Ieri, 1° ottobre 2025, dopo l’arresto dei due coniugi da parte dei Carabinieri, esponenti di schieramenti diversi – dal centrodestra al centrosinistra – hanno parlato con una voce unanime: nessuna giustificazione culturale, solo condanna e tolleranza zero.

Il primo a intervenire è stato il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, che ha definito i fatti “orrendi e inaccettabili”, ringraziando le forze dell’ordine e la magistratura per la tempestività. Ha ribadito che nessuna ragione culturale può giustificare costrizioni e violenze e che la comunità bengalese del territorio, ampiamente integrata, saprà rigettare con decisione simili episodi.

Dura la posizione della Lega, espressa dalla deputata Laura Ravetto, che si è detta “sconcertata” e ha sottolineato che chi vive in Italia deve rispettare le leggi e riconoscere la libera autodeterminazione delle donne come principio inviolabile. Linea simile quella di Beatriz Colombo, deputata di Fratelli d’Italia, che ha parlato di “pratiche che offendono i diritti fondamentali” ringraziando i militari per aver evitato “il peggio”. Ha anche annunciato un’interrogazione parlamentare per monitorare il fenomeno a livello nazionale.

Dal centrosinistra, Matteo Renzi ha commentato che “questa non è una diversa cultura, è la negazione dei valori italiani”, dichiarandosi contrario a qualsiasi atteggiamento indulgente. Sempre da Fratelli d’Italia, Ylenja Lucaselli ha parlato del “lato oscuro del multiculturalismo” da contrastare con fermezza, mentre da Forza Italia Deborah Bergamini ha chiesto certezza della pena e potenziamento degli strumenti di prevenzione, dalle scuole ai servizi sociali, per intercettare in anticipo simili situazioni.

La senatrice Raffaella Paita (Italia Viva) ha definito “intollerabili” i crimini subiti dalla ragazza, rilanciando la necessità di protezione e prevenzione più incisive, soprattutto in ambito scolastico. Mara Carfagna, segretaria di Noi Moderati, ha infine ricordato la legge contro i matrimoni forzati, da lei promossa, sottolineando che l’arresto dei genitori rappresenta un segnale chiaro: in Italia non c’è spazio per pratiche che violano la nostra Costituzione e i diritti fondamentali delle donne.

Dalle reazioni politiche emerge un fronte comune: il rispetto della libertà e della dignità femminile come valore non negoziabile, con un ringraziamento condiviso alle forze dell’ordine per l’intervento che ha garantito protezione alla giovane vittima.