Flotilla e sciopero generale, Morrone (Lega Romagna): “Italiani stanchi degli scioperi selvaggi, Cgil ideologizzata e in caduta libera”

Lo sciopero generale proclamato a sostegno della Global Sumud Flotilla continua a sollevare polemiche anche sul piano politico. Tra le voci più dure, quella di Jacopo Morrone, deputato e segretario della Lega Romagna, che in una nota ha attaccato frontalmente la Cgil e il movimento di piazza.

Secondo Morrone, lo sciopero indetto per Gaza e la Flotilla sarebbe “l’ennesima dimostrazione di quanto la Cgil si stia trasformando in un partito politico ideologico, in difficoltà e sempre meno credibile”. Il parlamentare romagnolo contesta la scelta del sindacato, sottolineando come “solo in Italia si organizzino scioperi e cortei per operazioni come la Flotilla, che altro non fanno che alimentare la propaganda del radicalismo islamico e la polemica anti-occidentale”.

Morrone contesta inoltre i contenuti delle piazze: “Gli slogan ‘Palestina libera’, che nascondono la negazione di uno Stato democratico, e le manifestazioni pro-Flotilla, che a quanto sembra sarebbero organizzate con la complicità di soggetti vicini ad Hamas, nulla hanno a che fare con la difesa dei diritti dei lavoratori”.

Stoccata anche al ruolo dei media: “In Italia gli spazi concessi alla Flotilla e ai suoi sostenitori sono stati sovradimensionati, regalando visibilità a una protesta capziosa e faziosa che serve più a spettacolarizzare che a incidere realmente”.

Per Morrone, il rischio è che lo sciopero trasformi le piazze in terreno fertile per gruppi antagonisti, pronti a trasformare la protesta in disordini e violenze, alimentando insicurezza e disagio tra i cittadini: “La stragrande maggioranza degli italiani è stanca di scioperi selvaggi, blocchi dei servizi e disordini in città. La linea del sindacalismo moderno dovrebbe essere quella del dialogo, con lo sciopero concepito come ultima ratio, non come strumento ideologico”.

Parole che ribadiscono la linea netta della Lega Romagna, schierata contro le mobilitazioni in corso e a sostegno dell’idea che il Paese abbia bisogno di stabilità e rappresentanza sindacale affidabile, non di proteste gridate con il rischio di disordini e violenza.