Doveva essere il gran giorno in cui, l’autorevole rappresentante dell’Unione Europea, Maros Sefcovic, doveva dire una parola chiara sulla data in cui si sarebbe chiusa la partita dell’Accordo di Associazione all’Unione Europea, almeno in tanti se lo spettavano, anche nel Governo. D’altronde tutto era stato preparato con sapiente regia: L’invito a Sefcovic, Commissario Europeo per il Commercio, la Sicurezza Economica, le Relazioni Interistituzionali e la Trasparenza, quale Oratore Ufficiale in occasione della Cerimonia per l’ingresso dei Nuovi Capitani Reggenti per il semestre 1° ottobre 2025/1°aprile 2026; il Referendum dei Capi Famiglia, dichiarato irricevibile dal Collegio dei Garanti della Costituzionalità; il Referendum agevolato dal Partito Socialista che doveva essere discusso il 22 settembre scorso in Udienza Pubblica, ha visto quest’ultima rinviata al 6 ottobre per causa di forza maggiore, ovvero “due membri del Collegio risultano impossibilitati a raggiungere la sede dell’Udienza”; quindi tutto ben predisposto in modo che nulla turbasse l’evento e soprattutto, ognuno a orecchie tese, durante il discorso, per l’atteso annuncio. Sefcovic in 15/20 minuti se l’è cavata. Con il suo discorso ha rilevato di essere il primo rappresentante dell’Unione Europea a partecipare alla storica cerimonio dell’ingresso dei Nuovi Capitani Reggenti. Poi ha dato atto alla più antica Repubblica del mondo della sua solidità per aver attraversato dal 301 d. c. imperi, guerre e rivoluzioni “e avete sempre resistito.”

Quindi è sceso più a fondo nel rapporto esistente tra San Marino e U.E., le quali “sono già unite da accordi di settore.” Come si è da più parti già sostenuto da tempo.Poi, entrando più nel tema Accordo di Associazione, ha spiegato agli astanti che “il futuro Accordo” porterà benefici ai cittadini e alle imprese, attraverso l’accesso almercato interno dell’U.E., “alle stesse condizioni delle altre imprese europee, seguendo le medesime regole”. Il Commissario Europeo, Sefcovic, ha tenuto a sottolineare che l’Accordo di Associazione, rispetta pienamente la sovranità, di San Marino, ma subito dopo afferma che “abbiamo concordato disposizioni transitorie per dare a San Marino il tempo necessario per adeguarsi alla legislazione U.E.” La qualcosa, personalmente, ritengo che cozzi contro il concetto di sovranità, in quanto le disposizioni transitorie avranno delle tempistiche e, alla fine, San Marino deve adeguarsi alla legislazione dell’U.E.
Allora, mi viene da dire che hanno ragione coloro i quali vanno sostenendo che, alla faccia della così detta sovranità, San Marino dovrà recepire circa 7.000 norme europee, che, evidentemente, rivoluzioneranno l’attuale nostro Diritto, l’economia, la finanza e, come minimo, la burocrazia. Ma arriviamo al momento clou, il momento della fatidica data della firma o dell’applicazione che dir si voglia, dell’Accordo di Associazione, che tutti aspettavano, perché ancora una volta sembrava imminente. Invece, dopo gli annunci strombazzati dal Segretario di Stato agli Affari Esteri a più riprese, fin dal 2023 e poi nella prima metà del 2024, quindi alla fine dello scorso anno, e ancora nei primi sei mesi del 2025, quindi, visto che siamo ad ottobre, alla fine del 2025, si è aggiunto l’ennesimo autorevole annuncio del Commissario Sefcovic, il quale, prudentemente, si è tenuto largo, e ha sentenziato che tutto si concluderà “il più presto possibile nel 2026.” La delusione è scesa tra i presenti, in quanto la montagna ha partorito il solito topolino.
D’altronde per noi sammarinesi parlare dell’accordo è come parlare dell’araba fenice, una specie di essenza mitologica. Nessuno l’ha visto a San Marino perché se vai su internet trovi sì il testo, che magari puoi leggere a casa dopo otto ore di lavoro, ma anche se lo leggi, tutte le parti più interessanti sono in inglese, cioè, gli allegati. Quindi, non capisci una mazza, perciò è inutile leggerlo. Il Governo invece di spiegarlo con dovizia di particolari con linguaggio semplice e comprensibile per fare capire finalmente costi e benefici dell’operazione, ha detto, per bocca del Capo della diplomazia sammarinese, che l’Accordo è difficile da piegare, anche per lui, e poi, tanto, i sammarinesi non sarebbero stati in grado di capire. Capitolo chiuso.
Poi c’è la questione dell’Addendum, cioè il documento voluto dall’Italia sulla vigilanza finanziaria. E’ pronto. Ma è segretato. Nessuno lo può leggere. Nessuno lo può vedere. Ne hanno parlato nella Commissione Affari Esteri, ma la seduta è stata segretata e se qualcuno parla, carriera politica stroncata. E qui fatemi fare una nota di costume: ai miei tempi i giovani sarebbero stati un tantino più rivoluzionari e avrebbero coinvolto in qualche maniera i cittadini, oggi no, tutti in fila per due nel solco del politicamente corretto, perché la carriera viene prima delle idee, dei valori e dell’interesse dei cittadini. Che tristezza!
C’è poi da capire se questo famigerato accordo sarà ritenuto dall’U.E “misto” oppure no. Nel primo caso occorrerebbe che i 27 Parlamenti dei Paesi facenti parte dell’Unione Europea si esprimessero positivamente e anche nella migliore delle ipotesi occorrerebbero anni prima che l’iter fosse concluso.
Ricapitoliamo: l’Accordo, i sammarinesi, non lo conoscono; L’Addendum con l’Italia nessuno lo ha visto; se l’Accordo sia ritenuto “misto” e occorra il consenso di tutti i 27 parlamenti, non è chiaro a nessuno. Quindi, e concludo, il Commissario Sefcovic non poteva far altro che girare alla larga dal fornire una data precisa e conclusiva.
Così, il mistero del misterioso Accordo di Associazione, a San Marino, continua…
Augusto Casali