San Marino. Unas: Riforma tributaria, la linea di UNAS: equilibrio e responsabilità

Nel dibattito sulla riforma tributaria, sono emerse diverse considerazioni riguardo all’impatto che il nuovo sistema fiscale potrebbe avere su imprese, lavoratori e frontalieri. UNAS sottolinea come sia fondamentale che la riforma non comprometta la competitività delle imprese sammarinesi e, al tempo stesso, non crei ulteriori ostacoli in un contesto già segnato dalla difficoltà di reperire personale, un problema condiviso anche dai territori limitrofi. Differenze eccessive nelle regole fiscali tra categorie sociali – o addirittura all’interno delle stesse – rischierebbero infatti di acuire le criticità. Come in ogni riforma, purtroppo è realistico attendersi un aumento della pressione fiscale. Tuttavia, le parti sociali non chiedono esenzioni per sé, ma un intervento contenuto, equo e bilanciato tra tutte le parti.

Smac: proposta da accantonare!

Tra le ipotesi emerse c’è quella di modulare le deduzioni SMaC in base alla residenza del lavoratore. Una soluzione che, pur avendo una base teorica, secondo UNAS altererebbe l’attuale equilibrio e rischierebbe di produrre più problemi che benefici. Per questo motivo, l’associazione chiede di desistere. Diverso invece il giudizio sulla trasformazione della quota SMaC da deduzione a detrazione: una modifica ritenuta utile e da realizzare, soprattutto per garantire maggiore tutela ai redditi più bassi.

Una proposta per la pace sociale

Alla luce delle posizioni raccolte e delle analisi svolte, UNAS individua una sola strada per garantire equità e prospettare una vera “pace sociale”: mantenere l’attuale modello fiscale, accompagnandolo con una moderata crescita delle aliquote, PER TUTTI, sia per i redditi d’impresa sia per quelli da lavoro dipendente. In concreto, questo significherebbe:

-per le imprese, un incremento dell’aliquota dal 17% al 18%;

-per i lavoratori dipendenti, un innalzamento degli scaglioni di tassazione di un punto percentuale. In questo modo, i redditi più bassi continuerebbero a beneficiare di una pressione nulla o molto limitata.

Equità e impatto reale

Pur senza arrivare a una perfetta equiparazione – le imprese continuerebbero infatti a versare circa dieci punti percentuali in più rispetto ai lavoratori – questa scelta permetterebbe di preservare la stabilità del sistema ed evitare squilibri legati alla SMaC. L’impatto per i contribuenti risulterebbe comunque contenuto. Per i frontalieri, inoltre, l’effetto verrebbe attenuato dal parziale recupero in sede di dichiarazione dei redditi in Italia, garantendo così un compromesso sostenibile per tutti. Ma tutto questo sforzo deve essere correlato da uno sforzo di spending review, intesa non solo come minori costi, ma orientare la macchina pubblica a modelli di efficienza, responsabilizzazione ed economicità.

Consiglio Direttivo UNAS