Turismo Riviera romagnola: lieve calo estivo dell’1,8%. Ma Appennino in forte crescita

Nonostante un’estate segnata da venti contrari economici e meteorologici, la Riviera romagnola tiene botta con un appeal internazionale che bilancia le difficoltà interne, mentre l’Appennino emiliano-romagnolo spicca come nuova stella del turismo, trainando arrivi e presenze con percentuali a due cifre.

I numeri diffusi ieri mattina a Rimini dall’assessora regionale al Turismo Roberta Frisoni, basati sull’analisi del nuovo Osservatorio regionale sul Turismo e sui dati Istat per i primi otto mesi del 2025, delineano un quadro misto ma resiliente: arrivi in aumento dell’1,6% da gennaio ad agosto, con presenze sostanzialmente stabili al -0,6%. Il turismo balneare resta il pilastro, coprendo il 50,1% degli arrivi e il 67,2% delle presenze complessive, ma il vero motore della crescita è il mercato estero, con un +9,8% di pernottamenti che contrasta il -3,7% degli italiani, un trend nazionale legato a inflazione e abitudini vacanziere mutate.

Frisoni ha presentato questi insight ai sindaci e alle categorie economiche, sottolineando come la Riviera mantenga competitività grazie a strategie di internazionalizzazione e destagionalizzazione, con mesi di spalla come aprile, maggio e giugno in netta espansione rispetto al lieve calo dei picchi estivi. Questo percorso, consolidato negli ultimi anni attraverso sport, congressi, fiere, eventi culturali ed enogastronomici, ha permesso un equilibrio che resiste alle incertezze. L’assessora ha evidenziato la necessità di adattarsi ai cambiamenti della domanda interna, puntando su esperienze personalizzate e sostenibili, con un rinnovamento che includa riqualificazioni, norme aggiornate e incentivi come il bando Eureka da 11 milioni per le strutture ricettive. Ha anche annunciato un piano ampio per infrastrutture e connessioni globali, ribadendo il sostegno regionale agli operatori.

Per il trimestre giugno-agosto, l’Osservatorio stima un -1,8% nelle presenze complessive, una tenuta onorevole in un contesto di meteo instabile e potere d’acquisto eroso: giugno ha brillato compensando le flessioni di luglio e agosto, concentrate in alcune zone, con la domanda straniera in boom al +14,8% che non ha del tutto offset il -6,6% degli italiani. Indicatori come quelli Mastercard rivelano leadership tedesca nella spesa estera a Rimini (25,2% ad agosto), con crescite francesi al +9,2%, mentre HBenchmark monitora occupazioni camere e performance per affinare previsioni.

A bilanciare il quadro, l’Appennino guida la classifica con +12,9% arrivi e +8,6% presenze totali nei primi otto mesi, seguito dalle località collinari al +9,6% di pernottamenti (trainati da italiani +8% e stranieri +12,1%) e dalle città d’arte al +7,1% arrivi e +6,3% presenze. Le terme, invece, chiudono in rosso con -2,3% arrivi e -5,8% pernottamenti. Incontri territoriali nelle prossime settimane approfondiranno questi trend, con focus su Appennino, terme e centri storici.

Questa fotografia, ancora provvisoria in attesa dei dati consolidati 2024, conferma una Riviera in evoluzione verso una stagionalità estesa e diversificata, ma invita a raddoppiare gli sforzi per riconquistare gli italiani e capitalizzare l’entusiasmo montano, trasformando sfide in opportunità per un turismo romagnolo più inclusivo e resiliente.