Food Marketing Festival lascia Rimini: Pesaro conquista l’evento da 4.000 ristoratori

Un pezzo da novanta del marketing enogastronomico saluta la Riviera romagnola per approdare in un’arena da concerti stellare, lasciando Rimini a interrogarsi su cosa si sia lasciato sfuggire in termini di visibilità e indotto economico.

Dopo sei edizioni sotto i riflettori del Palacongressi, il Food Marketing Festival – ideato da Giuliano Lanzetti, patron del noto locale Pienissimo – si sposta il 14 ottobre alla Vitrifrigo Arena di Pesaro, una location da capogiro capace di ospitare 4.000 ristoratori italiani e che ha già accolto star come Jovanotti e Ligabue. Sul palco, tra workshop e interazioni live, spiccherà anche “Mister Bounty”, icona romagnola dell’ospitalità, per un format che resta il più grande al mondo dedicato al marketing nella ristorazione.

Lanzetti non nasconde una punta di rammarico, ma spiega la scelta come frutto di un corteggiamento irresistibile da parte di Pesaro, dove ha trovato “quella spinta a generare indotto che un tempo caratterizzava Rimini”. Problemi di sovraffollamento al Palacongressi, intoppi nel calendario e la crescita esponenziale dei partecipanti hanno reso lo spostamento quasi inevitabile. “Non avremmo mollato la presa se ci fosse stata una volontà concreta di tenerci qui”, ammette, precisando di abitare a due passi dal centro congressi e di avere radici profonde in città.

Rimini, così, perde un traino che negli anni ha pompato hotel e ristoranti con flussi extra, oltre a una vetrina nazionale per l’ospitalità romagnola. Eppure Lanzetti tiene aperta una porta: “Spero di rientrare presto, perché questo festival è nato dall’anima di Rimini, da storie come quella del Bounty che esportano il nostro savoir-faire in tutto il mondo”.

In un settore da 90 miliardi di euro secondo la FIPE, ma minacciato da costi alle stelle e spesa al lumicino, Lanzetti vede nel festival un’arma contro la crisi imminente. “Troppi locali improvvisati saturano il mercato, e con gli italiani che stringono la cinghia – come visto quest’estate – nei prossimi tre anni ne chiuderanno a valanghe. È un reset epocale: senza formazione e strategie, è resa totale”.

Al centro del FMF c’è proprio il marketing, spesso snobbato come “trucco superfluo” ma essenziale per non sprecare investimenti sul prodotto. Lanzetti lo dipinge come amplificatore di valore: segmentare il target, attrarre clienti e fidelizzarli non è pubblicità spicciola, ma calcolo preciso su costi di acquisizione e lifetime value. “Trasformarsi da cuoco a imprenditore è l’unica via per navigare la tempesta”, chiosa, in un appello che suona come monito per un’industria che deve reinventarsi o soccombere.

Questo trasloco, più che una defezione, potrebbe essere il campanello d’allarme per Rimini: in un’era di eventi globali, trattenere talenti locali richiede non solo location, ma una fame condivisa di crescita, prima che Pesaro – e altri – ne capitalizzino l’assenza.