Giornata lunga e tesa, quella di martedì 7 ottobre 2025, per la Commissione consiliare Finanze, Bilancio e Programmazione. Dopo la sospensione pomeridiana, i lavori sono ripresi in serata e si sono conclusi intorno alla mezzanotte con l’approvazione a maggioranza, tra voti serrati e scambi accesi, degli articoli dal 27 al 41 del progetto di legge di riforma dell’Imposta Generale sui Redditi.
Il pomeriggio era stato dominato dal confronto sul pacchetto di articoli 27-35, centrato su SMAC 3.0, digitalizzazione dei registri contabili e revisione del sistema di controlli fiscali.
Il Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti, ha presentato le modifiche come “parte di un percorso di modernizzazione e tracciabilità dei flussi economici”, mentre le opposizioni hanno denunciato la riforma come “un insieme di modifichine privo di equità fiscale”.
Dalle file di Rete, Emanuele Santi ha parlato di “atteggiamento autoritario” e di “regalo a chi vuole usare l’economia sammarinese in modo distorto”, contestando in particolare l’abolizione della vidimazione dei registri. Nicola Renzi (Repubblica Futura) ha definito l’iter “una fiera dell’assurdo”, mentre Gaetano Troina (Domani-Motus Liberi) ha accusato il governo di “arroganza e assenza di confronto”.
Dalla maggioranza, Luca Boschi (Libera) ha difeso la linea dell’Esecutivo: “Stiamo proseguendo per affinare la legge, ascoltando le istanze della piazza e dei sindacati”.
Maddalena Muccioli (PDCS) ha chiarito che “l’obbligo di tenere i registri resta, cartacei o digitali”, e Sandra Stacchini (PDCS) ha parlato di “semplificazione coerente con la normativa italiana”.
Tra i passaggi più dibattuti, l’articolo 30 sulla SMAC 3.0, che attribuisce al Governo deleghe per disciplinare con decreti delegati gli aspetti operativi. Le opposizioni hanno parlato di “delega in bianco”, mentre Gatti ha spiegato che “serve flessibilità per adeguarsi all’evoluzione tecnologica”.
Sulle imposte, l’articolo 33 ha trovato un raro terreno d’intesa: l’aumento delle aliquote di ritenuta sui redditi da capitale è stato considerato “un intervento di equità” anche da Santi. Più divisivo, invece, l’articolo 34: la ritenuta di acconto sulle indennità di malattia e cassa integrazione torna al 5%. Per il Governo è una correzione tecnica; per l’opposizione, “un modo per fare cassa sui più deboli”.
Nel blocco finale degli articoli pomeridiani approvati anche i nuovi criteri di pianificazione dei controlli fiscali: entro il 2026 l’Ufficio Tributario dovrà disporre di software per incrociare automaticamente i dati patrimoniali e finanziari.
“È una svolta informatica che cambia radicalmente l’approccio ai controlli”, ha affermato Gasperoni (PDCS). Le opposizioni hanno giudicato la tempistica “rinviata e poco credibile”.
I lavori serali: scontro sulla soglia dei 15 mila euro e via libera alle sanzioni più dure
Alla ripresa serale, l’aula della Commissione ha affrontato l’articolo 36, nuova miccia della contesa politica.
La norma introduce controlli automatici per i contribuenti che per tre anni consecutivi dichiarano redditi inferiori a 15.000 euro.
Il Segretario Gatti ha spiegato che la misura “serve ad accertare situazioni sospette di società inattive o dormienti, incrociando dati finanziari e fiscali in modo automatico”.
Le opposizioni hanno reagito duramente. Renzi (RF) ha definito il provvedimento “la dimostrazione della resa dello Stato”, mentre Santi lo ha attaccato come “una vergogna che rischia di colpire i più poveri e far scappare i furbetti sopra soglia”.
Troina (D-ML) ha contestato la rigidità del limite triennale e la soglia fissa, ritenendoli inefficaci, mentre Sara Conti (RF) ha segnalato che la misura “potrebbe scoraggiare i giovani imprenditori all’inizio dell’attività”.
Tono opposto dai gruppi di maggioranza. Boschi (Libera) ha spiegato che l’obiettivo è istituire “incroci automatici tra redditi e flussi bancari, sulla scia del modello Serpico italiano”.
Berti (Arengo e Libertà) ha difeso la scelta: “Esclude la discrezionalità, perché i controlli informatici non guardano in faccia a nessuno”.
Per Iro Belluzzi (Libera) e Tommaso Rossini (PSD) la soglia non comporta sanzioni ma “solo un livello di attenzione maggiore”, con attivazione automatica degli alert “in caso di incongruenze sui flussi”.
L’articolo è stato approvato con 11 voti a favore e 4 contrari dopo uno dei dibattiti più infuocati della giornata.
A seguire, la Commissione ha dato il via libera anche all’articolo 37, che formalizza prassi già in uso all’Ufficio Tributario, e agli articoli 38 e 39, che ridisegnano il sistema delle sanzioni.
Le pene vengono rese più severe: la riduzione per chi definisce la pratica scende da un ottavo a un quarto e viene eliminata la facoltà di oblazione volontaria.
“Non lo facciamo per fare cassa – ha precisato Gatti – ma per dare serietà al sistema. Sanzioni troppo basse non sono un deterrente”.
Le opposizioni hanno giudicato “eccessiva” l’abolizione dell’obblazione e chiesto “dati precisi su quanti controlli e quante sanzioni effettive lo Stato riesce a incassare”.
In chiusura, sono stati approvati gli articoli 40, 40-bis e 41, di natura più tecnica.
Con il 40 viene introdotta la notifica digitale tramite sistema tNotice, che sostituirà progressivamente le raccomandate cartacee.
Con il 40-bis e 41 viene consentita la compensazione tra crediti e debiti tributari e l’allineamento dei termini di presentazione delle dichiarazioni al 31 luglio, misura giudicata “di buon senso” anche dalle opposizioni.
La seduta, sospesa alle 19.30 e ripresa alle 21, si è chiusa poco dopo la mezzanotte.
Il testo approvato include ora quarantuno articoli e sarà trasmesso al Consiglio Grande e Generale, dove arriverà in seconda lettura nelle prossime settimane.
I lavori della Commissione Finanze riprenderanno domani mattina alle 8.30 per l’esame degli ultimi articoli del provvedimento e la stesura del testo definitivo da inviare all’aula consiliare.
I report completi di AskaNews:
20251007- Commissione Consiliare Permanente III – martedi 7 ottobre 2025 pomeriggio
20251007- Commissione Consiliare Permanente III – martedi 7 ottobre 2025 sera