Cronaca. Cesena, stalking e maltrattamenti alla convivente: a processo un 31enne accusato di gravi aggressioni

È ripreso ieri davanti al tribunale di Cesena il processo a carico di un uomo di 31 anni, accusato di stalking e violenze nei confronti della ex convivente, una 30enne cesenate. Il collegio giudicante, presieduto da Monica Galassi con i giudici a latere Federico Casalboni e Ramona Bizzarri, ha ascoltato nuove testimonianze che hanno ricostruito uno dei passaggi più drammatici della vicenda.

La relazione tra i due, iniziata con apparente serenità, sarebbe presto degenerata in un clima di tensione e maltrattamenti, fatto di insulti, umiliazioni e aggressioni fisiche ripetute, spesso sotto gli occhi del figlio in tenera età. Secondo la ricostruzione della Procura, l’uomo, difeso dall’avvocato Ilenia Fioravanti del foro di Ferrara, avrebbe esercitato un controllo oppressivo sulla compagna, fino a ridurla a vivere nella paura. La donna, rappresentata dall’avvocato Beatrice Baratelli, si è costituita parte civile.

Durante l’udienza, si è tornati a parlare in particolare di un episodio che portò la vittima al pronto soccorso, dove i medici riscontrarono una perforazione del timpano in seguito a un’aggressione. Una vicina di casa ha raccontato di aver percepito, durante una notte d’autunno, grida e richieste d’aiuto provenire dall’appartamento, comprendendo solo il giorno dopo che si era trattato di un episodio di violenza domestica.

Anche una collega di lavoro della donna ha confermato di aver notato segni evidenti di percosse, riferendo che la 30enne si era assentata per alcuni giorni dal lavoro dopo essere stata visitata in ospedale. Da quel momento, per paura di nuovi episodi, la donna avrebbe cominciato a muoversi solo in compagnia dei familiari o di colleghi.

Il procedimento, seguito dal pubblico ministero Andrea Marchini, proseguirà con le prossime audizioni prima della richiesta di rinvio a giudizio. Il caso rimette al centro l’attenzione sul fenomeno della violenza domestica, ancora troppo spesso sommerso e aggravato dal silenzio e dall’isolamento delle vittime.