Si è difeso spiegando di aver sempre cercato di aiutare il suo cane il quarantenne riminese a processo con l’accusa di maltrattamenti nei confronti del proprio dobermann maschio di cinque anni. Davanti alla giudice Chiara Quadrelli, l’uomo ha raccontato di aver notato un progressivo calo di peso dell’animale e di aver contattato anche i volontari dell’Enpa e un veterinario per comprenderne le cause.
Il procedimento trae origine da un episodio del 2023, quando, durante un normale controllo stradale, gli agenti di polizia fermarono l’auto dell’imputato a causa di un fanale rotto. Nel bagagliaio trovarono il cane in condizioni di evidente magrezza, circostanza che fece scattare la denuncia. Il dobermann fu poi affidato a un canile, dove venne seguito da personale specializzato e dove oggi risulta in piena salute, accudito da un esperto della razza.
Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati anche due amici dell’uomo, che hanno descritto il legame tra il proprietario e il cane come molto stretto fin da quando l’animale era cucciolo. Secondo quanto riferito, il quarantenne lo avrebbe sempre trattato con grande attenzione, arrivando a nutrirlo con le crocchette consigliate dall’allevatore. Solo dopo aver attraversato una difficile fase economica avrebbe iniziato a ricorrere a prodotti più economici, continuando però a garantire il pasto quotidiano.
Un veterinario del canile, chiamato a testimoniare, ha aggiunto che il dimagrimento del dobermann potrebbe essere stato esacerbato da una condizione di stress, probabilmente aggravata dai ripetuti cambi di abitazione cui l’animale era stato sottoposto dal proprietario.
La prossima udienza, fissata per metà novembre, sarà dedicata alla discussione finale, quando accusa e difesa presenteranno le proprie conclusioni su una vicenda che intreccia fragilità personali, difficoltà economiche e il tema sempre delicato del rapporto fra uomo e animale.