Cronaca. San Mauro Pascoli, processo sulle spaccate ai calzaturifici: le tracce di Dna incastrano uno dei due imputati. Irreperibile l’altro

Prosegue in tribunale a Forli il processo legato alla serie di spaccate che nella primavera-estate 2018 colpirono i calzaturifici di San Mauro Pascoli. Davanti al giudice Andrea Priore si sta discutendo la posizione di uno dei due cittadini moldavi accusati di aver fatto parte del gruppo responsabile dei furti nel distretto della moda del Rubicone.

L’imputato, oggi 29enne e residente a Lissone, e difeso dall’avvocata Carlotta Boschi. Il secondo indagato, un connazionale di 34 anni, risulta invece irreperibile e la sua posizione resta sospesa. A sostenere l’accusa e la pm Marina Tambini.

Durante l’udienza sono stati ascoltati i carabinieri che nel 2018 avevano condotto le indagini. Hanno spiegato che l’identificazione dei sospetti e stata possibile grazie ai campioni biologici trovati sui veicoli usati per i colpi: una Toyota Yaris e un Fiat Doblo, entrambi rubati nel Varesotto. I Ris di Parma hanno isolato dai reperti un profilo genetico compatibile con l’attuale imputato.

In aula ha testimoniato anche un dirigente della Sergio Rossi, ricordando il clima di allarme vissuto in quel periodo, quando le aziende del settore erano colpite quasi ogni mese e furono organizzate riunioni urgenti con la Prefettura per affrontare l’emergenza.

I fatti contestati riguardano in particolare la spaccata di inizio luglio 2018 ai danni dell’azienda Sergio Rossi. Secondo la ricostruzione, un gruppo di persone a bordo di una Yaris lanciata contro il portellone d’ingresso forzo l’accesso a un magazzino e caricò su un Doblo circa venticinque colli di calzature per un valore stimato di 120 mila euro. Il bottino fu poi recuperato dai carabinieri, mentre i ladri riuscirono a fuggire a piedi.

Gli investigatori ritengono che la stessa banda abbia tentato pochi giorni dopo un nuovo assalto alla Baldinini, utilizzando una Opel Agila rubata a Savignano e impiegata come ariete. Il colpo fallì e il veicolo, abbandonato sul posto, fornì ulteriori tracce biologiche riconducibili agli stessi sospetti.

Il procedimento, finalizzato a chiarire il ruolo dell’imputato nella serie di furti, riprenderà a fine novembre, quando l’uomo potrà scegliere se rendere dichiarazioni spontanee davanti al tribunale di Forli.