Cesena – Un’aggressione da film dell’orrore ha insanguinato i Giardini Savelli nella notte scorsa, lasciando un 30enne tunisino in Rianimazione all’ospedale Bufalini con ferite gravi e una prognosi di 30 giorni. L’uomo, con un curriculum di guai legati alla droga, è stato preso di mira da un giovane dalle origini apparentemente straniere in una lite finita in un bagno di sangue.
L’incidente è divampato poco dopo la mezzanotte e trenta in un’area del parco che di solito pullula di gente grazie ai chioschi di piadine e cocktail, ma la scorsa notte immersa in un silenzio tombale.
La vittima, un tunisino di Cesena senza dimora stabile ma da lustri annidato in città, ha iniziato a litigare con l’assalitore, descritto come più giovane e con tratti che rimandano a nazionalità estera.
Il diverbio, di cui si ignorano ancora le scintille, è sfociato in un’esplosione di violenza: il coltello ha trapassato il corpo del tunisino per quattro volte, tra fianco e schiena, con un fendente particolarmente insidioso vicino al rene sinistro.
I soccorritori lo hanno rinvenuto in preda a un torpore sospetto, che medici e carabinieri attribuiscono a un’intossicazione da alcol o droghe. Un cittadino allarmato ha contattato il 118, consentendo l’atterraggio di ambulanza e team medicalizzato. Nel pandemonio, l’aggressore ha riversato la sua rabbia sul veicolo, urlando minacce e colpendolo a pugni per strappare la preda e infliggere il colpo finale. La sua corsa verso le mura è scattata all’istante in cui i carabinieri hanno fatto irruzione sul luogo.
Gli inquirenti della stazione di Cesena esplorano due strade investigative: un tafferuglio spontaneo tra anime perse nelle nebbie delle sostanze o un conto in sospeso nel sottobosco dello spaccio minore. Il ferito, fuori da rischi immediati ma ancorato a un tubo per respirare, tace per ora, impedendo una ricostruzione diretta.
Le speranze riposano sulla scheda fornita dal testimone – capelli a treccioline, jeans e maglietta scura con maniche corte – e sui filmati delle videocamere che tessono una rete intorno ai giardini, tracciando l’ingresso dei due e la rotta di sganciamento dell’uomo.La comunità cesenate digerisce a fatica questo squarcio nella sua routine serale, mentre le autorità giurano di non mollare la presa sull’evaso, decise a dipanare il groviglio e a restituire pace a un angolo simbolo della città.