E’ realtà dalla notte il “cessate il fuoco” a Gaza: via al ritiro israeliano, riparte la missione italiana a Rafah. Trump atteso in Israele lunedì

Dalla notte è ufficialmente in vigore il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, primo passo operativo dell’accordo di pace firmato ieri al Cairo e ratificato poco dopo la mezzanotte dal governo israeliano. L’intesa, frutto di una lunga mediazione internazionale guidata dagli Stati Uniti, prevede la cessazione delle ostilità, il ritiro progressivo delle truppe israeliane e, nelle prossime 72 ore, la liberazione degli ostaggi ancora detenuti da Hamas insieme al rilascio di prigionieri palestinesi in Israele.

Ritiro graduale dell’esercito israeliano

Tra la notte e questa mattina le Forze di Difesa israeliane (Idf) hanno iniziato a ripiegare dalle postazioni interne alla Striscia, coprendo il movimento con bombardamenti di artiglieria contro aree considerate ancora a rischio operativo. Il comando militare prevede di completare il riposizionamento entro la giornata, portando i reparti fino alla cosiddetta Linea Gialla, il confine provvisorio individuato nell’accordo.

La tregua non è filata liscia: un soldato israeliano è stato ucciso da un cecchino di Hamas poco prima dell’entrata in vigore della tregua, episodio che ha inasprito la tensione nelle ultime ore di scontro.

Riprende la missione italiana a Rafah

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha disposto la riattivazione della partecipazione italiana alla missione europea Eubam, che presiede alla gestione del valico di Rafah al confine tra Gaza ed Egitto. Dopo un confronto con la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, è stato deciso di inviare nuovamente personale dei Carabinieri con compiti di supporto tecnico e di sicurezza.

Dal 14 ottobre il valico tornerà operativo, gestendo un flusso alternato di mezzi e persone in uscita verso l’Egitto e in ingresso verso la Striscia. Secondo Crosetto, Israele e autorità egiziane garantiranno un corridoio umanitario giornaliero con circa 600 camion di aiuti. L’apertura consentirà anche il passaggio di civili non solo per ragioni sanitarie, ma su consenso congiunto delle parti.

Trump presto in Israele tra massima allerta e inviti diplomatici

Intanto Israele si prepara ad accogliere lunedì mattina il presidente statunitense Donald Trump, protagonista della mediazione che ha portato all’accordo. Il suo aereo atterrerà a Tel Aviv alle 9.20, poco prima dell’inizio della festività di Simchat Torah. Dopo un discorso alla Knesset, il leader americano farà rientro a Washington senza ulteriori tappe, in un contesto di massima sicurezza.

Alla cerimonia ufficiale di firma in Egitto, prevista per lunedì, è attesa anche la premier Meloni, come anticipato dal ministro Tajani, che ha definito l’intesa “una prova di diplomazia efficace in un quadro finora inedito di mediazione internazionale”. Tajani ha anche commentato che un possibile Nobel per la Pace a Trump “non sarebbe uno scandalo, alla luce dei risultati raggiunti”.

Verso la fase umanitaria del cessate il fuoco

Le prime ore della tregua restano delicate: la Protezione civile di Gaza ha invitato la popolazione a non avvicinarsi ai reparti israeliani in fase di ritiro e alle aree di confine, onde evitare incidenti. Nel frattempo la comunità internazionale ha annunciato un piano di monitoraggio coordinato tra Stati Uniti, Egitto e paesi confinanti per vigilare sull’applicazione dell’accordo.

Entro martedì, secondo le previsioni diffuse dallo stesso Trump, gli ostaggi israeliani ancora vivi dovrebbero essere liberati. Se il calendario sarà rispettato, la tregua di Gaza potrebbe segnare l’inizio di un fragile ma storico percorso di stabilizzazione dopo mesi di guerra devastante.