“Senza nessun confronto non si può andare avanti e non è che, chiusa la Commissione Finanze, tutto possa ancora accadere”. Fabio Righi (DML) da subito il La alla conferenza stampa delle opposizioni, più compatte che mai, ben decise a dare strenua battaglia ad un provvedimento di legge portato avanti, nei contenuti e nelle modalità, senza rispetto alcuno delle procedure democratiche. E soprattutto di quei 10 mila più 8 mila che nell’arco di due settimane hanno dimostrato nel centro storico di San Marino. “Mentre all’inizio – continua Righi – ci eravamo confrontati sulle possibilità di poter migliorare il testo, oggi questo diventa veramente difficile, se non impossibile”. E ancora: “Va censurato dall’inizio alla fine anche il comportamento tenuto dal governo in Commissione finanze”.
Racconta le mille interruzioni per la presentazione degli emendamenti, la reiterazione degli appelli proprio perché c’erano interruzioni continue, gli stop and go. Un andamento schizofrenico al quale i commissari di opposizione hanno assistito senza neppure essere avvisati di quello che stava succedendo. Fino alla chiosa finale dove è stato detto che il provvedimento è parziale e si può ancora modificare. “Oltre il danno anche la beffa, perché questa diventa davvero una presa in giro. Ci siamo anche scandalizzati del fatto che, di fronte a due scioperi di taleportata e di questi numeri, bisognerebbe riflettere. Una contestazione come quella a cui abbiamo assistito non è solo contro la riforma IGR, ma contro la gestione intera della cosa pubblica”.
Emanuele Santi (Rete): “Il ragionamento è solo uno: nonostante due scioperi e migliaia di persone che dicevano, fermatevi, governo e maggioranza hanno deciso di tirare dritto. I lavoratori questa riforma l’hanno letta bene. Il testo scaturito dalla Commissione è iniquo e vergognoso”. Un giudizio a cui dà sostanza elencando tutto quello che c’è di sbagliato nei contenuti appena licenziati.
Mancano gli impatti sulle singole categorie e sul bilancio dello Stato, per cui non si sa quanto si tirerà su da questa riforma. La relazione accompagnatoria del Segretario di Stato non contiene più della metà degli articoli. Saranno chiamati a pagare lavoratori e pensionati, più la stangata ai frontalieri: i redditi fino a 25 mila euro pagheranno 100 euro in più; i frontalieri più 1500. Un aspetto fortemente negativo c’è anchein rapporto all’Accordo UE che si aspetta di firmare, perché lì viene sancito il divieto a qualsiasi discriminazione. “Il rischio concreto è che 8500 lavoratori frontalieri, o comunque una parte di essi, un domani, vadano a lavorare altrove mettendo in difficoltà le nostre imprese. Non è assolutamente accettabile!” insiste Santi.
E ancora: permane l’obbligo per tutti di spendere 6 mila euro in territorio sammarinese, anche per i redditi bassissimi, mentre prima c’erano delle no tax area. Per contro, i lavoratori autonomi pagheranno1000 euro in meno e avranno anche il beneficio del bene strumentale sulla moto. Viene introdotta una ritenuta sugli interessi passivi pagati dalle aziende sui finanziamenti richiesti in Italia. Permane il raddoppio delle tasse sul TFR: dal 2,5 al 5 per cento. Raddoppio delle ritenute sulle indennità di malattia e per la cassa integrazione. Invece vengono diminuite le sanzioni per chi non paga. Vengono tolti i benefici di legge previsti per l’apertura di nuove aziende. Vengono tolte le deduzioni per le spese veterinarie che erano state previste originariamente. I controlli su fenomeni di elusione ed evasione continuano a rimanere palliativi. E, ciliegina sulla torta, è stata inserita una delega in bianco per il Segretario alle Finanze che può andare a modificare quello che vuole, quando vuole. “Un testo vergognoso, impresentabile. Quello che è peggio è che arriveremo in Consiglio con un testo che verrà ulteriormente cambiato ma di cui non sapremo nulla” conclude Santi.
Sara Conti (RF) tira i fili di tutto quello che è successo. “Il quadro è allarmante – spiega – oltre ad avere interventi altamente discriminatori, che inevitabilmente porteranno allo scontro sociale, emerge la totale confusione del governo, che non ha un’idea, né una visione complessiva di quello che serve al Paese”. Lo si deduce dalla serie di emendamenti che, tra tante interruzioni, andava a modificare quelli già presentati. Una situazione da “teatro dell’assurdo” la definisce la ConsiglieraConti, che ricorda come l’opposizione avesse già bollato il testo come Riforma 1, Riforma 2, Riforma 3. In attesa probabilmente della numero 4, che arriverà in Consiglio. “Il testo attuale è quello che ha illustrato il collega Santi e se il governo vuole portare le modifiche promesse al sindacato, avrà bisogno delle 39 firme. Loro, la forza dei numeri ce l’hanno, ma questo non può essere considerato un metodo democratico”. Esibisce quindi un foglio di carta dove il governo afferma di destinare il gettito derivante dalla riforma ad interventiinfrastrutturali. Tutto ciò senza una prospettiva di quante risorse arriveranno, né di cosa effettivamente si voglia fare: “Ma è possibile?”incalza. “Tanto più che poi si tolgono gli incentivi per le nuove imprese, per gli investimenti in tecnologie, ricerca e sviluppo”. Insomma, è come dire ai giovani che è meglio che vadano via. “Questo è estremamente preoccupante”.
La battaglia non finisce qui, le opposizioni sono ben decise ad andare avanti compatte e decise, preannunciando fin da ora un ostruzionismo feroce, così come accadde sul DES.