Si è conclusa questa mattina la drammatica vicenda degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas. Tutti i rapiti ancora in vita sono stati liberati in due distinte operazioni coordinate dalla Croce Rossa, ponendo fine a un incubo durato due anni e scatenando scene di giubilo in tutto Israele, in particolare nella piazza di Tel Aviv diventata simbolo della lotta delle famiglie.
Le operazioni di rilascio sono iniziate alle prime luci dell’alba, quando i team della Croce Rossa sono entrati nel nord della Striscia di Gaza. Intorno alle sette del mattino, un primo gruppo di sette ostaggi è stato consegnato ai mediatori. Poco dopo, i liberati hanno potuto parlare al telefono con i propri familiari prima di essere trasferiti in territorio israeliano per i primi controlli medici. Circa tre ore più tardi, Hamas ha rilasciato il secondo e ultimo gruppo di tredici persone nell’area di Khan Younis, completando così la liberazione di tutti i prigionieri previsti dall’accordo.
La notizia, seguita in diretta da migliaia di persone radunate nella “Piazza degli Ostaggi” a Tel Aviv, è stata accolta da un lungo applauso e da scene di commozione. La giornata è stata scandita da momenti toccanti, come le telefonate tra i rapiti e i loro cari, trasmesse sui maxischermi. Un padre di un ragazzo liberato ha espresso la gioia collettiva affermando che, dopo questa notizia, tutto sembra più bello e i colori appaiono più vivi.
L’evento ha assunto una forte valenza politica con l’arrivo a Tel Aviv del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha seguito le fasi finali del rilascio a bordo dell’Air Force One. Atterrato in Israele, Trump ha definito la giornata un nuovo inizio e ha sottolineato come questo accordo rappresenti forse la cosa più importante in cui sia mai stato coinvolto.
Anche la comunità internazionale ha accolto con sollievo la notizia. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha parlato di una luce di speranza dopo due anni di orrori, mentre la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha assicurato il sostegno dell’UE al piano di pace e alla futura ricostruzione di Gaza. La giornata odierna segna una svolta fondamentale nel conflitto, chiudendo il doloroso capitolo dei sequestri e aprendo un nuovo, seppur fragile, percorso verso la pace nella regione.