Caro Diario, a certificare il distacco di questa classe politica dalla realtà in cui vivono i cittadini e potenziali elettori, non è il voto perso nelle recenti regionali, ma le dichiarazioni dell’Assessore ai lavori pubblici che esce sulla stampa lamentandosi dell’aumento del costo dei lavori pubblici, cercando di disinnescare le inevitabili polemiche che nasceranno durante questo ultimo anno di amministrazione della città e quindi di campagna elettorale.
Forse non si era mai accorto l’Assessore di come si vive in Italia e a Rimini negli ultimi anni.
Certo, palazzo Garampi è un fortino da cui si vede un mondo magnifico, con un turismo florido e in crescita, con i ristoranti pieni di berlusconiana memoria, un Palas tutto esaurito trainante per tutto il nostro turismo da doverne costruire un altro e un tessuto sociale che elimina le disuguaglianze.
Poco importa in piazza Cavour se la realtà della nostra città è fatta di attività che chiudono quasi quotidianamente o che vengono svendute a prezzo di saldo alla malavita, dove non si trova casa a meno di non pagare affitti enormi, dove le associazioni del terzo settore devono mitigare le mancanze della nostra società e il devastante calo della qualità dei servizi, con l’insicurezza che è diventata una costante per chi vive in zone marginali.
L’importante per questa classe dirigente e le sue derivazioni corporativistiche è mantenere i privilegi di chi alla fine porta voti: bagnini, albergatori, palazzinari e affaristi più in generale.
Per essere a posto con la propria coscienza credono che basti essere in prima fila quando si parla di Gaza o di Antifascismo, nella speranza (ahi loro vana) che nessuno veda il bluff di contenuti e di proposta.
L’ultima notizia a scaldare gli animi è quella che riguarda la sentenza della Corte Costituzionale che sostanzialmente rimuove il vincolo alberghiero nella fascia a mare della città, permettendo il cambio di destinazione d’uso degli hotel. Rimini è in clamoroso ritardo su questa regolamentazione, forse volutamente.
Caro Diario, sono anni che ci raccontiamo di soggetti “poco belli” che acquistano hotel in prima linea senza un vero piano industriale, ma con logiche chiaramente speculative. Alcuni di questi imprenditori organizzano feste di fine stagione a cui partecipa tutto il Gotha della politica riminese, rigorosamente bi-partisan. Forse chi faceva queste azioni in questi anni già sapeva, oppure possiamo raccontarci che sono stati molto fortunati. Quello che è certo è che a Rimini esiste un distacco tra noi e loro, tra i comuni cittadini e i politicanti di mestiere. Poi però alle elezioni si prendono gli schiaffi. Ma come si dice in questi casi: non capiscono neanche le tozze.
Stefano Benaglia