Notte di tragedia nel Veronese, dove tre carabinieri sono morti e quindici persone – tra militari, agenti di polizia e vigili del fuoco – sono rimaste ferite in un’esplosione volontariamente provocata durante lo sgombero di un casolare occupato da tre fratelli. L’incidente è avvenuto alle 3.15 di questa notte in un’abitazione fatiscente di via San Martino, già in passato occupata da braccianti, che i proprietari si rifiutavano di lasciare.
Le vittime sono il luogotenente carica speciale Marco Piffari, il brigadiere capo qualifica speciale Valerio Daprà e il carabiniere scelto Davide Bernardello, in servizio tra Padova e Mestre. Tutti e tre appartenevano ai reparti speciali inviati per gestire un intervento ad alto rischio e sono morti sul colpo nonostante i soccorsi immediati dei vigili del fuoco e delle altre forze dell’ordine.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la deflagrazione è stata innescata volontariamente dalla donna del gruppo familiare, Maria Luisa Ramponi, mentre i due fratelli, Franco e Dino, si trovavano in locali sotterranei della casa. Il terzo fratello è tuttora ricercato. L’abitazione di due piani è crollata travolgendo i militari e gli agenti presenti, mentre l’esplosione è stata udita a diversi chilometri di distanza.

Tra i quindici feriti – undici carabinieri, tre agenti di polizia e un vigile del fuoco – nessuno risulta in pericolo di vita. I sanitari del Suem, già presenti sul posto per supportare l’intervento, hanno prestato cure tempestive. Decine di vigili del fuoco hanno lavorato per spegnere le fiamme e recuperare le persone intrappolate tra le macerie.
All’interno del casolare sono state rinvenute cinque bombole di gas e resti di bottiglie molotov, collocate in più stanze per saturare gli ambienti e provocare l’esplosione. La deflagrazione ha distrutto completamente la struttura. Le indagini della Procura di Verona, che ha aperto un fascicolo per strage, hanno confermato che si tratta di un gesto premeditato da parte dei tre fratelli, già noti per episodi analoghi: nell’ottobre e nel novembre del 2024 avevano saturato la casa di gas per opporsi a tentativi di sfratto, minacciando anche di farla esplodere.
Il procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, ha definito l’accaduto “una tragedia incredibile”, sottolineando la pericolosità dell’operazione e la professionalità con cui carabinieri e polizia hanno tentato di agire.
Il mondo politico e istituzionale ha espresso cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime e ai feriti. Il premier Giorgia Meloni ha sottolineato il sacrificio dei militari e ringraziato il personale sanitario e i soccorritori per la tempestività e la professionalità. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ricordato che i tre carabinieri hanno sacrificato la vita compiendo il loro dovere, mentre il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha confermato che la deflagrazione è stata provocata dall’apertura di bombole di gas all’interno dell’abitazione. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il vicepremier Matteo Salvini hanno espresso profondo dolore per la tragedia e vicinanza ai familiari delle vittime.
Il sindacato SIM Carabinieri ha ricordato le tre vittime come “colleghi stimati e amati, che hanno onorato l’uniforme con umiltà, dedizione e altruismo fino all’estremo sacrificio”, sottolineando che il loro sacrificio non sarà dimenticato.
L’area intorno al casolare è sotto sequestro e le operazioni di ricerca del terzo fratello e di messa in sicurezza dei resti dell’abitazione proseguono. La tragedia di Castel d’Azzano ha sconvolto l’intera comunità veronese e l’Arma dei Carabinieri, ricordando ancora una volta i rischi che le forze dell’ordine affrontano quotidianamente nell’esercizio del loro dovere.