La giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di L’Aquila, Jolanda Di Rosa, ha ammesso la costituzione di 250 parti civili nel processo sull’alluvione del 15 settembre 2022 che colpì il Senigalliese e l’hinterland pesarese, causando 13 vittime. Tra i soggetti ammessi figura anche Tiziano Luconi, padre del piccolo Mattia, la vittima più giovane di soli 8 anni travolta dalla piena del fiume Nevola a Barbara (Ancona). Le richieste di risarcimento danni ammontano a decine di milioni di euro.
Le parti offese hanno chiesto la chiamata in giudizio, come responsabili civili, di sei enti: la Regione Marche, la Provincia di Ancona, il Comune di Serra de’ Conti, il Consorzio di Bonifica e due società partecipate del consorzio. La gup ha ammesso l’istanza con facoltà per i chiamati in causa di presentare le proprie difese e opporsi all’inclusione nel procedimento. La prossima udienza, fissata per il 3 febbraio, sarà dedicata alla decisione finale sulla conferma o esclusione dei responsabili civili.
Il procedimento riguarda le esondazioni dei fiumi Misa e Nevola, che causarono ingenti danni in diversi comuni delle Marche e 13 decessi. La Procura di L’Aquila contesta a 22 indagati, tra funzionari e tecnici dei sei enti, omissioni, negligenze e violazioni nelle operazioni di manutenzione e gestione degli alvei, in particolare la mancata rimozione di alberi e piante e la realizzazione non conforme del Ponte 2 Giugno a Senigallia. I reati ipotizzati includono cooperazione in inondazione colposa, lesioni gravi e omicidio colposo plurimo.
I legali Corrado Canafoglia e Simeone Sardella, che tutelano diverse parti civili, auspicano ora un rapido iter giudiziario che chiarisca responsabilità e responsabilità dei soggetti coinvolti.