Mattinata ad alta tensione oggi in Commissione Affari Costituzionali, dove il dibattito si è acceso su due dei dossier più caldi per San Marino: l’accordo di associazione con l’Unione Europea e l’introduzione dell’Indicatore della Condizione Economica per l’Equità (ICEE), il nuovo strumento destinato a regolare l’accesso a contributi e servizi sociali. Proprio sull’esame del progetto di legge ICEE, dopo un acceso confronto, i lavori sono stati sospesi su richiesta del governo per approfondire gli emendamenti. La seduta riprenderà oggi pomeriggio alle 14.30.
I lavori si sono aperti con l’annuncio del Segretario di Stato per gli Affari Interni, Andrea Belluzzi, dell’imminente deposito della relazione sull’impatto dell’accordo Ue sulla pubblica amministrazione, definita “una priorità”. L’annuncio ha però innescato la dura reazione delle opposizioni. Emanuele Santi (Rete) ha parlato di “imbarazzante inoperosità” del Governo, lamentando due anni di ritardi nella comunicazione ai cittadini e nella preparazione del Paese. Critiche condivise da Maria Katia Savoretti (Repubblica Futura) e Giulia Muratori (Libera), che pur riconoscendo le tempistiche della Ue, hanno evidenziato la necessità di “recuperare il tempo perso”. La replica della maggioranza è arrivata da Marco Mularoni (PDCS), che ha difeso il lavoro svolto, spiegando che i ritardi dipendono dalla complessità del negoziato a tre (San Marino, Andorra, Ue) e che la vera sfida, ora, è preparare la pubblica amministrazione.
Il cuore della seduta è stato però l’esame del progetto di legge sull’ICEE, lo strumento atteso da anni per superare l’erogazione “a pioggia” dei contributi. Il Segretario Belluzzi ha spiegato la scelta di procedere con un progetto di legge anziché con un decreto, per favorire il confronto. La novità principale è l’introduzione di una fase sperimentale. “L’indicatore produrrà un dato numerico, ma non avrà effetti vincolanti immediati”, ha chiarito Belluzzi, spiegando che i dati raccolti serviranno a testare il sistema e a definire con precisione le future soglie di accesso alle prestazioni, anche per armonizzare i dati sui patrimoni immobiliari detenuti all’estero.
Dalle opposizioni è arrivato un fuoco incrociato. Emanuele Santi (Rete) ha definito il provvedimento “uno strumento vuoto e miope”, che rischia di premiare chi può eludere o nascondere patrimoni attraverso trust o società immobiliari. La critica più forte riguarda il massiccio rinvio a regolamenti del Congresso di Stato. “È una delega in bianco”, ha tuonato Santi. Stessa linea per Carlotta Andruccioli (Domani Motus Liberi): “La legge è vuota. Parametri e soglie avrebbero dovuto essere fissati qui, non demandati a regolamenti”. Anche Enrico Carattoni (RF) ha criticato la scelta di “scavalcare il Consiglio Grande e Generale” su temi dal forte valore politico, come la definizione dei beni di lusso.
Marco Mularoni (PDCS) ha respinto l’accusa di un provvedimento “vuoto”, ricordando che è uno strumento sperimentale che non può nascere perfetto e che l’uso dei regolamenti garantirà la flessibilità necessaria per adeguarlo nel tempo. Giuseppe Maria Morganti (Libera) ha sottolineato la portata storica della legge, “una svolta verso una vera equità sociale”, ricordando la presenza di sanzioni pesanti per chi dichiarerà il falso.
Dopo il dibattito generale, il Segretario Belluzzi ha chiesto di sospendere i lavori per un approfondimento sugli emendamenti presentati. La discussione, che si preannuncia ancora accesa, riprenderà nel pomeriggio.
Il report dei lavori della mattinata di AskaNews: 20251020- Commissione Consiliare Permanente I – lunedi 20 ottobre 2025 mattina (1)